Un gol negli ultimi minuti costa il Mondiale all’Italia Under 20 battuta all’86’ da un gol di Rodriguez al termine di un torneo straordinario
L’Italia Under 20 esce battuta nella finale del Mondiale contro l’Uruguay, decisivo un gol nei minuti finali al termine di una partita equilibrata e non facile contro una squadra solida, estremamente organizzata e consistente.
L’Uruguay, un paese di non più di tre milioni e mezzo di abitanti in cui il fatturato del calcio è un centesimo di quello italiano, si conferma una realtà estremamente produttiva quando si parla di talenti e di tattica. Alcuni talenti sono davvero straordinari. Su tutti Luciano Rodriguez, che con il suo gol deciderà la partita. Ma anche Franco Gonzalez trequartista 18enne del Danubio, Alan Matturro terzino sinistro al Genoa già dall’inizio dell’anno e Fabricio Diaz, play tuttofare 20enne del Liverpool di Montevideo.
L’Italia, reduce dalla sofferta vittoria in semifinale contro la Corea del Sud incontra ancora maggiori difficoltà contro l’aggressiva organizzazione di gioco dell’Uruguay, squadra difficilissima da affrontare: fisica, tonica, e soprattutto costruita secondo un modello formativo che funziona da anni.
Da molto tempo alla guida della Seleccion celeste c’è Marcelo Broli, uno dei migliori tecnici giovanili del mondo. Nel 2013 aveva perso la finale dalla fortissima Francia (Pogba, Areola, Kongdobia, Veretout…) e in dodici anni di gestione ha creato un modulo nel quale rivive la storia calcistica dell’Uruguay, e il vecchio WM, il format con il volante central davanti alla difesa e due centrocampisti offensivi. Una risposta autorevole alla ripartenza dal basso.
Il primo tempo dell’Italia è di grande sofferenza. In una partita equilibratissima gli Azzurri faticano molto a trovare punti di riferimento senza trovare la linearità di gioco vista nelle partite precedenti.
Pericolosissima la Celeste con Duarte che impegna Desplanches di testa su azione di calcio d’angolo. Un’unica ma importantissima occasione da gol in tutto il primo tempo. Mettere in difficoltà la difesa avversaria, una sola sconfitta con l’Inghilterra, poi eliminata, cinque partite consecutive senza subire nemmeno un gol, è davvero molto complicato.
Nunziata dopo l’intervallo prova a puntare su uno schieramento meno tattico e più fantasioso con Zanotti per Faticanti e Giovane chiamato a dare maggiore assistenza a Baldanzi e Casadei, piuttosto in ombra nella prima parte della gara. Va un po’ meglio: ma l’equilibrio non si schioda nemmeno dopo l’inserimento di Esposito e Montevago per Pafundi e Ambrosino. Una sorta di passo indietro rispetto alla stessa squadra vista durante la fase a gironi: magari più sbilanciata, ma certamente più offensiva. L’Uruguay dimostra comunque maggiore solidità, forte anche di una condizione fisica decisamente brillante.
Negli ultimi minuti l’Italia rischia di restare in dieci. Una brutta entrata di Prati su Diaz viene giudicata degna del cartellino dall’arbitro svedese Nyberg che dopo avere consultato il VAR ci ripensa e trasforma l’espulsione in un cartellino giallo. Ma l’inerzia del match non cambia: Uruguay mantiene il controllo e l’Italia soffre. A quattro minuti dal termine, di nuovo su cacio d’angolo, la difesa degli Azzurrini è troppo timida e Luciano Rodriguez, bizzoso ma dotatissimo attaccante del Liverpool Montevideo, segna il suo sesto gol di questo mondiale, il più importante.
Il lungo recupero, dodici minuti, non basta. Generosa ma confusa la pressione dei ragazzi di Nunziata, respinta da una difesa dell’Uruguay che non concede nulla e che si dimostra all’altezza anche dell’inevitabile peso di una vittoria sempre più vicina.
Uruguay che dopo il secondo posto del 2013 e il quarto del 2017, conquista il suo primo trofeo mondiale Under 20. Il calcio italiano, quattro finali internazionali tra Inter, Roma, Fiorentina e Under 20, tutte perse, prende una lezione ma forse insegna anche qualcosa e lo fa ai club del nostro campionato. E cioè che molti di questi ragazzi devono giocare in Serie A.
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