Erling Haaland è il calciatore più atteso nella finale di Champions League: il bomber racconta un retroscena su Pep Guardiola
Poche ore e ci sarà il fischio d’inizio della finale di Champions League; appuntamento con la storia per i nerazzurri ma anche per il club inglese, alla seconda finale della sua storia ed ancora a caccia del primo trofeo. Inutile dire come i Citizens, sebbene abbiano uno dei giochi più belli d’Europa, confida soprattutto in Erling Haaland per portare la coppa in Inghilterra.
L’attaccante norvegese, alla prima stagione al Manchester, ha semplicemente strabiliato; ben 52 gol in 52 partite giocate, una media reti pazzesca, quasi sovrumana per il centravanti che è naturalmente lo spauracchio dell’Inter, colui che ha tolto il sonno a Simone Inzaghi negli ultimi giorni.
Ed il norvegese, in attesa di scendere in campo, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Parole d’elogio per l’Inter, definito un team forte tanto da mettere in guardia i suoi compagni; per vincere servirà giocare al top ha ammesso il norvegese.
Haaland ha anche ammesso di sentire un po’ di pressione. “Sono qui per aiutare il City a vincerla perché la Champions è l’unica cosa che manca e riuscirci per me significa tutto, è ovvio che un po’ di pressione la sento” ha sostenuto il bomber, svelando anche come sogni di vincere il trofeo praticamente da sempre, dalla prima finale vista in tv nel 2008.
Haaland, le parole d’elogio su Guardiola e De Bruyne
Il centravanti norvegese, indirettamente, svela anche chi, oltre a lui, è il pericolo numero uno per l’Inter. Si tratta di Kevin De Bruyne, un giocatore “davvero forte, con lui è speciale l’intesa“. Per neutralizzare Haaland, quindi, massima attenzione anche al belga, fornitore di assist a ripetizione. “Al City, però, tanti i calciatori che possono regalarmi assist” ha poi sostenuto.
Immancabile un passaggio su Guardiola, colui che l’ha voluto fortemente a Manchester. “Lavorare con lui mi piace molto, è ossessionato dai dettagli ed a tutti chiede di migliorare sempre” ha spiegato il bomber che non dà peso al suo momento di forma non eccellente, con una sola rete nelle ultime sette. Ha evidenziato, però, come di gol ne abbia fatti 52 in stagione, conditi da 9 assist.
Numeri da extraterrestre che evidentemente non soddisfano appieno il centravanti. “Posso ancora migliorare perché sono giovane e Manchester, con il miglior tecnico ed i calciatori migliori al mondo, è il posto giusto per farlo“.
Il bomber ha glissato sul Pallone d’Oro ed ha ricordato come fu criticato alla prima gara, in Supercoppa contro il Liverpool. “Un paio di occasioni le sbagliai, mi concentrai sulla gara seguente e segnai una doppietta. Le critiche? Credo che siano positive a volte; di fatto ho segnato in tutte le gare e ne ho ricevute quindi basta sorridere” ha concluso.