Serie A, la partita per i diritti tv entra nel vivo. Gli equilibri del mercato radiotelevisivo cambiano ancora: tutto dipende dalle buste.
Un’altra stagione volge al termine, quella che sembra una fine non è altro che un nuovo inizio. Assunto che vale, senza alcun dubbio, per quanto riguarda i diritti tv Serie A. Il massimo campionato è costellato da importanti scadenze che combaciano con equilibri economico-finanziario in grado di cambiare l’assetto di sistema. Da questo passa anche la politica dei diritti di trasmissione: l’avvento dello streaming ha cambiato i parametri vigenti, non sono mancati gli intoppi ma è stato possibile appianare ogni discrepanza con la collaborazione di colossi quali Sky e Amazon (con Prime Video che ha dato un contributo notevole per quel che riguarda la Champions).
I piani, tuttavia, stanno per cambiare poiché a breve si decideranno le sorti per la futura esclusiva dei diritti di trasmissione. Venerdì 16 giugno i club si riuniranno a Milano per la prima Assemblea che determinerà il da farsi: le regole del gioco devono essere chiare per definire sin da subito un unico viatico da intraprendere. Successivamente, ovvero il 27 e 29 corrente mese, si apriranno le buste con le determinazioni dei diritti tv: si formerà, quindi, la possibile composizione per il prossimo anno.
Serie A, diritti tv: si va alle buste
La morfologia dei dispositivi a disposizione. Le scelte saranno fra pacchetti determinati e stabiliti entro il 14 giugno: c’è, quindi, una rosa di scelte già definita entro cui fare un’importante scrematura. Da questa consapevolezza parte la seconda parte della cavalcata che porterà all’esito finale: 24 pacchetti totali che vanno dall’esclusiva alla co-esclusiva totale. Composizione che cambia, in tal senso anche la divisione dei match fra un competitor e l’altro. Si parla di 3+8, 2+7 fino al 5+5.
Questa possibile divisione è da intendersi per i turni: il numero di partite disputate diviso per operatore, visto che la nuova Legge in materia di trasmissione esclude il monopolio di trasmissione. L’appannaggio non può essere a favore di una sola azienda: deve essere garantita la pluralità. Veniamo, quindi, agli accordi temporali: il sentore è che si passi da 3 a 5 anni di accordo, in base alla Legge Melandri che allarga la possibilità di contratto.
Naturalmente la scelta dev’essere condivisa con tutti i club, per questo le Assemblee di Lega diventano importanti. Sullo sfondo, ma non meno importante: il canale dedicato della Lega Serie A. In tal senso si sta ragionando sul piano radiofonico, per lasciare l’aspetto televisivo esclusivamente alle partite e agli eventi ad esse collegati. Un unico polo, per tante opportunità.