La Fiorentina perde anche la seconda finale e rimane con l’amaro in bocca. Il giudizio sull’annata non è così scontato.
Vicini al sogno: può essere intitolata così la serata di Praga della Fiorentina. La squadra di Vincenzo Italiano è stata infatti sconfitta dal West Ham in una notte in cui Bonaventura aveva riacceso le speranze di alzare un trofeo continentale che manca dal 1961. Però si sa, in partita del genere bastano i dettagli ad indirizzare le sorti, con il destino che aveva in serbo un epilogo amarissimo per la truppa viola.
Due finali e nessun trofeo in bacheca. Un anno paradossale quello della Fiorentina, vissuto tra le montagne russe e il sogno di toccare il cielo con un dito. Nel day after della finale di Conference League si parla di una formazione che avrebbe meritato qualcosa in più e si tessono le lodi per i traguardi sfiorati. Ma siamo così sicuri che la stagione della Fiorentina sia così positiva come viene dipinta?
A influenzare l’opinione pubblica è senza dubbio il raggiungimento delle due finali: una di Coppa Italia e l’altra di Conference League. Arrivare fino in fondo ad una competizione non è mai semplice, anzi. Molto spesso, però, andrebbe analizzato anche il cammino che ha permesso ad una formazione di arrivare fino alle battute finali di un torneo.
Fiorentina, una stagione paradossale
Andando ad analizzare la stagione della Fiorentina c’è da porsi alcuni interrogativi. Dopo un inizio in campionato veramente complicatissimo, con la squadra a ridosso della zona retrocessione, Biraghi e compagni sono riusciti piano piano ad emergere, proiettandosi addirittura per un piazzamento in orbita europea in vista della prossima stagione. Basti però pensare che i primi mesi hanno visto la truppa viola al centro di tantissime critiche. Il lavoro di Italiano era stato messo in dubbio, così come il progetto ambizioso di Commisso.
Ci ha pensato poi il cammino europeo e di Coppa Italia a risollevare umori e sogni, con un calendario spesso accondiscendente. In Coppa Italia, infatti, la Fiorentina è arrivata in finale sfidando Sampdoria, Torino e Cremonese, con due di queste tre che sono retrocesse in Serie B. In un contesto del genere, dunque, una rosa come quella viola non avrebbe dovuto avere grossi problemi ad arrivare fino in fondo. E così è stato.
Se si guarda alla Conference League il risultato non è tanto diverso. Come detto precedentemente, approdare in finale non è mai semplice, ci mancherebbe. Analizzando però le avversarie che si sono opposte al cammino dei viola troviamo rispettivamente Sporting Braga, Sivasspor, Lech Poznan, Basilea ed infine West Ham, arrivato addirittura 14esimo in Premier League.
Tolta la compagine inglese, che nell’ultimo mercato ha speso la bellezza di 194 milioni di euro, le altre non avrebbero mai potuto competere con la formazione viola, sia sotto il profilo tecnico che economico. E qui sorge spontaneo anche chiedersi se la Conference League sia una competizione effettivamente allenante. Insomma, nonostante le due finali, la Fiorentina ha chiuso la stagione senza trofei e senza Europa (ottavo posto in classifica). Il prestigio di essere arrivata quasi fino in fondo rimane intatto, ma alla fine dei conti, da avere quasi tutto in mano, la viola ha finito per sperperare tutto. Ecco perché l’annata viola non può considerarsi così positiva, con l’anno prossimo che comincerà ancora una volta da zero.