San Siro cambia musica: il noto stadio adibito anche per i concerti adotterà una nuova politica organizzativa a partire dal prossimo anno.
Luci a San Siro, canta Vecchioni. La Scala del Calcio, però, deve tornare a risplendere di luce propria: nel senso che tra calcio e musica non si riesce più a capire il destino di un impianto storico. La situazione si complica: fino a qualche mese fa, il Meazza doveva essere abbattuto per far posto al nuovo San Siro. Successivamente l’abbattimento è stato messo in secondo piano, persino Sgarbi – in qualità di Sottosegretario alla Cultura – ha detto che avrebbe fatto il massimo per conservare San Siro.
Anche perché la struttura fa gola non solo ai calciatori e manager, i rappresentanti musicali e le major fanno la fila per accaparrarselo: più di qualcuno, infatti, vorrebbe utilizzare la Scala del Calcio solo per la musica. Concerti ed eventi, null’altro. Attualmente è un’utopia, ma la corsa all’acquisto ci sarà lo stesso. Quel che conta adesso è la regolamentazione: San Siro – abbattimento o no – è troppo stressato. Si chiede più del dovuto a un impianto che, malgrado tutto, il tempo e l’usura in primis, tiene botta egregiamente.
Ora, però, si cambia musica: l’ha deciso il Comune. Serve una ridimensionata agli eventi extra-calcistici. Troppi concerti nello stesso posto. Milano mette a disposizione anche gli impianti dei due ippodromi cittadini: quello del trotto Snai e quello de La Maura. Dove dovrebbe sorgere anche il nuovo San Siro, dagli ultimi sviluppi però la zona sembra essere stata messa in stand-by per difficoltà di ordine pubblico. I lavori in determinati luoghi potrebbero portare scompiglio: il Comune tutto chiede fuorché l’ennesima protesta dei residenti.
Tuttavia, al netto del calcio, gli eventi sono tanti: i concerti troppi. Quindi un Decreto abbasserà il numero delle manifestazioni a San Siro e zone limitrofe. Il rischio è quello che ci siano due o più eventi simultanei a meno di un chilometro di distanza: si crea la famosa “cappa” ed è un problema per i residenti e per gli addetti ai lavori. La musica, dunque, cambia in tutti i sensi: basta agli attuali 16 concerti annui al Meazza, 15 all’ippodromo del trotto Snai e 16 a quello de La Maura.
41 concerti annui fanno sì che San Siro diventi una polveriera con relativi problemi di decibel e gestione degli spazi con un concerto ogni 9 giorni. Milano è tornata la patria della movida, o forse non ha mai smesso di esserlo. A che prezzo? Dal 2024 questa domanda avrà una risposta ben precisa, perchè – a San Siro – sono già pronte soluzioni alternative. La palla torna al centro e le casse si spengono, ma solo per traslocare – parzialmente – altrove.
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