Leao e Instagram, così Paolo Maldini ha cambiato la carriera del portoghese. Inedito racconto in radio del direttore generale del Milan
E’ arrivato al Milan nell’estate del 2019 dopo una sola stagione trascorsa in Francia con la maglia del Lille. Quando fu acquistato dal club rossonero Rafael Leao era un giovanissimo attaccante esterno dotato di un talento unico ma molto discontinuo e ancora decisamente acerbo. Affidato alle cure di un allenatore esperto e capace come Stefano Pioli, l’attaccante lusitano cresciuto nelle giovanili dello Sporting Lisbona ha iniziato un percorso di crescita che lo ha portato, nell’ultimo anno e mezzo, a diventare un potenziale fuoriclasse inseguito da tutti i grandi club stranieri.
Tra l’altro proprio qualche giorno fa l’entourage del giocatore e la dirigenza rossonera hanno trovato l’accordo per il rinnovo di contratto, un’intesa che sarà siglata ufficialmente nelle prossime settimane. In questo modo si mette la parola fine al tormentone legato al futuro di Leao la cui cessione nel prossimo mercato estivo, senza il rinnovo contrattuale, sarebbe stata più o meno inevitabile. A convincere la proprietà dell’epoca, il fondo americano Elliott, ad investire una cifra di rilievo sull’ex Lille è stato Paolo Maldini in persona. Il dg rossonero era sicuro che uno come Leao potesse diventare un campione a tutto tondo.
A svelare un curioso retroscena legato proprio alle prime settimane di allenamento del ventenne Rafael sui campi di Milanello è lo stesso Maldini ospite del programma ‘Mucchio selvaggio’ condotto dal popolare speaker e dj, Fedez. L’ex difensore e bandiera del Milan ha raccontato come all’inizio Leao fosse quasi spaesato, come se il Milan in quel momento fosse qualcosa di troppo più grandi di lui. Sollecitato dallo stesso Fedez, il dirigente rossonero ha spiegato come ha dovuto lavorare sulla mentalità di questo funambolico attaccante lusitano.
Queste le parole di Maldini che hanno attirato la curiosità dei tifosi: “Rafa è un talento pazzesco, è sinuoso ed è bello da vedere. Per me che sono un esteta è davvero qualcosa di unico. Lui veniva dalla panchina del Lille e io gli dicevo: ‘Tu stati giocando per i tuoi fan su Instagram’. Metteva dei video bellissimi ma poi vedendo lo score ti accorgevi che faceva al massimo due gol e tre assist. E’ lì che abbiamo lavorato sulla sua mentalità“.
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