Claudio Foscarini ha condotto alla salvezza l’Albinoleffe, riuscendo a superare i playout con grande merito. Il mister ha parlato ai nostri microfoni anche di quello che sta raccontando questa stagione.
Indubbiamente il protagonista numero uno dell’annata in Italia è stato Luciano Spalletti che ha riportato lo Scudetto oltre trent’anni dopo a Napoli. Abbiamo parlato col Mister però anche di Max Allegri e della stagione complicatissima vissuta dalla Juventus.
Interessanti sono gli spunti che Foscarini ci ha regalato quando abbiamo parlato della situazione del calcio italiano. Le sue parole aprono degli spiragli molto interessanti verso il futuro con il nostro campionato che spera di riconquistare almeno parte di quella meravigliosa notorietà che aveva negli anni novanta quando tutti i grandi campioni volevano venire a giocare da noi.
Claudio Foscarini a TVPlay.it: “Il calcio italiano sta dando segnali di rinascita
Partiamo dall’attualità, è arrivato a gennaio all’Albinoleffe e vi siete qualificati ai playout. Con un 2-1 tra andata e ritorno la sua squadra si è salvata. Cosa farete ora?
Dopo la salvezza ai play out, credo sia giusto ora analizzare tutta la stagione, per capire, dove sono stati commessi errori, creando i presupposti per ripartire, e facendo tesoro di questa esperienza difficile ma sicuramente piena di insegnamenti!
L’Atalanta è molto cambiata rispetto a quando negli anni ottanta lei ne faceva parte. Dopo un buon exploit europeo però la squadra ha incontrato qualche difficoltà. Come giudica la loro stagione?
Sì in effetti con l’arrivo di Gasperini, risultati e prestazioni sono letteralmente cambiati. L’Atalanta rispetto ai nostri tempi, gioca per imporsi e non per gestire e non subire. Reputo il campionato dell’Atalanta molto soddisfacente nonostante qualche risultato negativo. Non possiamo aspettarci sempre grandi risultati e compararla con le big della Serie A. Non sarebbe corretto! I valori sono diversi, anche se a Bergamo ora ogni anno si cerca di alzare giustamente l’asticella.
Da allenatore se si cala nei panni di Max Allegri come pensa che abbia gestito una situazione psicologica così complessa dentro e fuori dal campo?
Allegri da allenatore navigato ha gestito molto bene la situazione di quest’anno. Ha compattato sempre il gruppo. L’ha protetto da forti pressioni esterne, ed è riuscito a portare a casa buoni risultati. Vi sembra poco?
Il Napoli ha stravinto il campionato, è finalmente arrivato il momento della riscossa per Luciano Spalletti. Che ne pensa di lui come allenatore?
Non credo a una riscossa per Luciano Spalletti. Ha sempre dimostrato di essere un top allenatore. Soltanto che nelle sue esperienze, vedi Roma, vedi Inter, ha sempre dovuto rifinire un lavoro, completarlo. Non aveva mai una squadra che potesse puntare totalmente al titolo. Quando l’ha avuta, come quest’anno o allo Zenit, il titolo l’ha portato a casa.
Il calcio italiano sta finalmente cambiando, dando uno sguardo ai giovani e lanciandone diverse anche in squadre importanti. Pensa che questa scelta sia alla base di una rinascita del movimento calcio in Italia?
Il calcio italiano sta dando piccoli segnali, rivalutando qualche nostro giovane. Ma ci dovrebbe essere delle riforme più forti, come l’esigenza di avere come obbligo almeno quattro-cinque giocatori in squadra del proprio settore giovanile. Ciò comporterebbe l’attenzione e una nuova cultura sui nostri giovani e come si dovrebbe lavorare in un settore giovanile
Dove si vede l’anno prossimo?
Ora mi godo la salvezza della mia squadra. E per il futuro si vedrà! Comunque vada seguirò sempre il calcio, se non ci riesco da una panchina, mi siederò in una poltrona! Un saluto