Il Milan si risveglia dal sogno Champions e si ritrova ad inseguire disperatamente il quarto posto, prima dei processi di fine stagione.
L’eliminazione del Milan dalla Champions League riapre la stagione delle chiacchiere, presunte voci e quant’altro attorno presunti terremoti interni più o meno imminenti che dovrebbero scuotere il club rossonero dalle fondamenta ai vertici. Avviene ciclicamente appena qualcosa non va, ma in alcuni casi anche certe fantasie possono avvicinarsi alla realtà, sebbene questa sia ben più complessa di come si presenti o venga paventata.
Il sogno europeo del Milan è finito forse nel modo peggiore, perché un conto è uscire con una superpotenza europea, un altro è farlo contro l’Inter. Delusione dei tifosi a parte, tra le due milanesi sussistono evidenti differenze. Da una parte un progetto giovane con i conti a posto, ma ancora tanti accorgimenti strutturali da effettuare. Dall’altra una rosa più lunga e costosa, con una dirigenza più esperta, forte anche di una maggior capacità nell’operare in modo più spregiudicato a livello finanziario, ma che ad oggi ha pagato in termini di risultati e traguardi.
I conti si faranno alla fine e se il Milan non dovesse centrare la qualificazione alla prossima edizione della Champions League potrebbero scattare una serie di riflessioni interne. In questi giorni si sta ricominciando a scrivere tanto di un Pioli in bilico, fino ad arrivare addirittura a Maldini e Massara, in realtà però il discorso è ben più complesso e si basa su degli equilibri interni piuttosto delicati.
Milan, che succede se non entra in Champions League
Le possibilità che il Milan non c’entri il quarto posto, a 3 giornate dalla fine e 4 punti dalla 4ª in classifica, non sono così scarse. Tuttavia è altresì vero che sono anche piuttosto concrete quelle che i rossoneri, salvo suicidi sportivi, riescano ad entrare grazie ad una possibile esclusione della Juventus. Ora però concentriamoci sugli scenari interni a Casa Milan.
Gli appelli televisivi di Maldini ad investire sono chiari messaggi alla proprietà che ad oggi è sembrata essere un po’ troppo lontana dai reali bisogni della squadra e questo per un dirigente-bandiera come l’ex-Capitano rossonero che “ci mette la faccia”, è un fattore non da poco. Già le lungaggini estive per i rinnovi dello stesso DT e di Massara, nonostante lo Scudetto appena conquistato, possono essere un indizio. La scalata fino al ruolo di amministratore delegato da parte di Giorgio Furlani è un altro indizio. Il nuovo AD rossonero ebbe già un ruolo nel passaggio di proprietà da Berlusconi a Yonghong Li ed è divenuto poi uomo di Elliott, favorendo l’ingresso dello stesso fondo americano dopo la dipartita dell’imprenditore cinese ed entrando nel Consiglio di Amministrazione del Milan.
Quando in estate il rinnovo di Maldini non era ancora stato siglato, si era letto addirittura di un’ingerenza da parte sua nella sfera tecnica, nella fattispecie con un’offerta per Dybala, che invece non rientrava nella politica del progetto intrapreso da Maldini che, secondo alcune fonti raccolte dalla redazione di TvPlay, non gradì affatto. La figura di Furlani per quanto forte all’interno del club, però non può competere agli occhi dei tifosi con quella di Maldini e questo lo capisce facilmente chiunque, anche Cardinale. E’ questo il motivo per cui in realtà l’ex-numero 3 rossonero difficilmente può essere “fatto fuori”. Non così a “cuor leggero” almeno.
Le ipotesi future
Lo stesso Maldini finché ha potuto ha difeso a spada tratta Pioli, che però quest’anno non è stato in grado di valorizzare gli investimenti fatti, ma è forte della conquista dello Scudetto passato e l’approdo alle semifinali di Champions, oltre che del rinnovo firmato a novembre fino al 2025. Una responsabilità in più, quest’ultima, sempre per il DT rossonero che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe essere costretto a rimuoverlo dall’incarico per poi essere messo ancora “sotto esame” in sede di scelta del nuovo allenatore.
Un altro possibile “strappo” tra Maldini e la proprietà però potrebbe arrivare da quello che sarà il budget a disposizione per rinforzarsi, qualora questo non fosse dell’entità auspicata dal DT, nonostante il raggiungimento del pareggio di bilancio ed un tesoretto che arriverà sia dalle future coppe che dal mercato. Calciomercato estivo durante il quale si cercheranno di piazzare anche i tanti esuberi nella rosa milanista. Appare quindi più verosimile che il vero quesito inerenti gli scenari futuri nella struttura societaria e la guida tecnica del Milan ruoti attorno al dualismo tra Maldini e Furlani.