Giuseppe Pillon, ex allenatore di Leonardo Bonucci al Treviso nella stagione 2007-08, ha rilasciato un’interessante intervista ai nostri microfoni
Leonardo Bonucci, in un’intervista ai microfoni ufficiali della Juve, ha annunciato come al termine della prossima stagione appenderà gli scarpini al chiodo. Dichiarazioni forti che, inevitabilmente, hanno fatto il giro del web, dei social network e non solo.
A tal proposito abbiamo intercettato ai nostri microfoni mister Giuseppe Pillon, il quale ha allenato Bonucci nella prima esperienza tra i professionisti. I due si sono incrociati nella stagione 2007-08 al Treviso, anno in cui i veneti disputarono un buon campionato di Serie B conquistando la salvezza.
Hai allenato Bonucci alla sua prima esperienza tra i professionisti nel Treviso, stagione 2007-08, che ricordi hai di lui?
“Era già a quei tempi un ragazzo molto positivo sotto molteplici punti di vista. Nonostante la giovane età, aveva 19 anni a quei tempi, aveva una grande personalità. Fece un buonissimo campionato in Serie B dopo gli anni nella Primavera dell’Inter. Si comportò molto bene devo dire, riuscendo insieme alla squadra a conquistare la salvezza”.
Pensavi che potesse avere una carriera di così alto livello o ti ha stupito?
“Si vedeva che aveva grandi potenzialità e negli anni è migliorato sempre più. Però non pensavo che potesse arrivare a questi livelli. Perno della Nazionale, capitano della Juve, non mi aspettavo queste cose. E’ stato bravo a credere in sé stesso e nelle sue capacità. Sono stato molto contento della carriera che è riuscito a costruirsi”.
Quando hai appreso la notizia del suo ritiro nella prossima stagione cosa hai pensato?
“Da ragazzo intelligente ha fatto una scelta. L’età c’è e le condizioni fisiche ultimamente non sono state delle migliori. Penso che quest’aspetto abbia influito molto sulla sua decisione”.
Secondo te quanto è stato importante lo stile di gioco di Bonucci per farlo emergere come perno difensivo della Juve e della Nazionale?
“Molto. Lui è un difensore bravo a difendere e bravissimo ad impostare. Già al Treviso le sue capacità tecniche, non comuni per un difensore centrale, vennero fuori. I lanci da 30-40 metri, in cui ha messo gli attaccanti davanti alla porta, sono stati il suo marchio di fabbrica negli anni. Non è un difensore rapidissimo nei primi passi, ma è veloce di testa e sa come leggere l’azione”.
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