Blanco, al secolo Riccardo Fabbriconi, oltre alla musica ha sempre avuto una grande passione per il calcio: perchè ha scelto l’arte.
Blanco e il calcio, una storia lunga, per certi versi anche complicata. Sta di fatto che il ragazzo, senza i campi di calcio, sarebbe stato un’altra persona. Il padre – romanista sfegatato – l’ha spinto a tentare questa carriera. Anche con ragione perchè Riccardo Fabbriconi è questo: un mix di talenti tra cui quello del possesso palla. Sapeva fare bene la fase di contenimento e leggere in anticipo l’azione avversaria. Qualità che gli hanno permesso di fare la differenza in difesa negli anni di militanza alla Feralpi Salò.
Una vera e propria stella nascente, qualche grande squadra voleva fare anche un provino al baby Fabbriconi che però poi ha ripiegato – con ragione – sulla musica. Il motivo è presto spiegato ai microfoni di Radio 2: “Il calcio mi piaceva ma sentivo di non riuscire – racconta Fabbriconi – a esprimere me stesso. La musica mi rende più libero. Così ho mollato e il calcio lo seguo per passione”. Romanista come il papà ha suonato e si è esibito all’Olimpico.
Blanco, un calcio al passato: perchè ha appeso gli scarpini al chiodo
Un’emozione forte, tanto quanto quella di incontrare i giocatori. Momenti indelebili che nessuno dimentica, figuriamoci lui che di palchi importanti ne ha calcati molti altri, ma nessuno è come l’Olimpico. Neanche l’Ariston o l’Eurovision. Lui non avrà giocato a livello professionistico, ma il tifo da stadio lo conserva ugualmente. In attesa di altri “gol” ancora più belli. Blanco sul palco, giallorosso nel cuore. Forse, davvero, non serve altro. Al resto ci pensa la storia: la sua.
Quella che ancora, nonostante gli alti e i bassi, sa essere emozionante: sappiamo bene però che non baratterebbe per nessun motivo un coro da stadio. Nemmeno per un acuto con Mina. Li ha potuti vivere, fortunatamente, entrambi. Ora non resta che aspettare la prossima sfida, prima però attenzione all’Europa League, sicuramente Fabbriconi starà con un occhio a Budapest e l’altro al tour europeo. Va bene la carriera, ma al cuore non si comanda. Se la Roma dovesse arrivare in finale di Europa League, s’incontreranno a metà.