Cinque squadra in semifinale delle competizioni europee, quattro squadre diverse ad alzare il tricolore e un Europeo da ospitare: l’Italia sta tornando grande?
Il futuro dell’Italia passa dalla stagione 2022-23: a grande sorpresa la nostra è la nazione ad aver portato più squadre in semifinale delle competizioni europee.
Due in Champions League (Milan e Inter), due in Europa League (Roma e Juventus) e una in Conference League (la Fiorentina).
Un dato da primatisti, considerando che non era mai successo, sebbene sia opportuno ammettere che in questa stagione facciamo un 5/12 (con l’aggiunta della terza competizione europea) con una media di presenza pari al 41% del totale, mentre il record precedente era 4/8, pari quindi al 50%. Nonostante ciò, però, non si può negare il grande passo in avanti compiuto dal nostro calcio.
Da evidenziare inoltre l’Europeo 2021, vinto dagli azzurri di Roberto Mancini, e l’aver visto trionfare quattro squadre diverse consecutivamente in Italia (Juventus, Inter, Milan e Napoli), una caratteristica che spesso si è utilizzata per complimentarsi con la crescita del calcio inglese e l’imprevedibilità della Premier League.
Anzi, ad esser più precisi è il torneo inglese che adesso pecca di colpi di scena: se è corretto ammettere come fino all’ultima giornata Arsenal e Manchester City si giocheranno il primato, bisognare considerare anche che se dovesse trionfare la squadra di Guardiola, sarebbe un pesante record di cinque campionati vinti negli ultimi sei anni, un dato statistico preoccupante dato da una compagine, quella dello sceicco Al-Thani, che sta monopolizzando il torneo.
Quattro squadre diverse consecutivamente in Inghilterra non accade da quando un italiano (guarda tu il caso), Sor Claudio Ranieri, alzò al cielo il trofeo con il suo Leicester, dopo che a farlo erano state nell’ordine United, City e Chelsea.
Se per il calcio dei club stiamo tornando ad esser centrali (pensare che nel match di ieri fra Milan e Inter hanno giocato nove italiani) lo stesso non si può dire della nazionale.
Il Mancio ha vinto Euro 2021, quello post-pandemia, itinerante e che ha visto la selezione azzurra trionfare ai rigori davanti agli inglesi a Wembley, ma rischia di esser un fuoco di paglia.
Se la mancata qualificazione al Mondiale precedente era stata tutta affidata alle colpe di Giampiero Ventura, Mancini non ha fatto meglio (anzi) uscendo contro la Macedonia del Nord ai playoff, dopo essersi suicidato nel girone di qualificazione.
Poi ci sono tutti gli altri problemi. La giustizia sportiva in Italia è lenta e agisce in modo poco deciso, tanto che Abodi dice: “La cronaca di questi mesi ci obbliga a rendere la giustizia sportiva più trasparente e credibile. Bisogna essere tempestivi quanto regolari: se penso a un campionato quello che succede influisce su tutta la competizione”.
Come se non bastasse, c’è poi il problema stadi: nel nostro paese le infrastrutture sono tutt’altro che all’avanguardia e, a differenza di tanti altri campionati che è un piacere per gli occhi guardare (anche dal vivo), i nostri teatri sono tutti fuorché moderni.
Giusto tre o quattro squadre vantano uno stadio di proprietà, mentre compagini di importanza europea, come Milan e Inter, fra le prime quattro d’Europa, la Roma (fra le prime quattro dell’Europa League) e il Napoli campione d’Italia, ancora si appoggiano al comune, affittando annualmente lo stadio.
Abodi lancia un appello, nella sua intervista rilasciata a “Il foglio Sportivo 2023”: “Vorrei partire dal basso: abbiamo le risorse, capendo che non solo aiutano lo sport, m riqualificano le città. Dobbiamo raffinare gli stadi”.
Ha, quindi, raccontato il piano della federazione: “Per gli europei del 2032 abbiamo istituito un comitato inter-istituzionale: è una struttura operativa che deve rendere credibile il dossier presentato. Ritengo che un europeo italiano sia nelle nostre esigenze: avremmo tempo di migliorare le nostre prestazioni”.
La conclusione è un messaggio più che diretto: “Mi auguro che l’UEFA, riconoscendoci come un grande Paese, comprenda l’esigenza di modernizzare le strutture di alto livello: è il progetto che portiamo avanti con i 10 stadi più quello di Palermo”.
Vedremo se la Uefa ascolterà Abodi, mentre il nostro calcio si appende a quelle parole, con l’augurio di ripartire dall’ottima stagione in corso e di arrivare a prendere il tanto invidiato modello inglese.
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