Vincenzo Italiano merita i complimenti per ciò che è riuscito a fare con la sua Fiorentina, ma qual è il suo futuro?
In sei mesi il futuro può cambiare. Sembra il nome di un film romantico americano da riprodurre in inverno in seconda serata su Italia 1, invece è in soldoni la storia recente di Vincenzo Italiano.
Pensare che alla pausa del Mondiale, la domanda più frequente era legata al suo futuro: riuscirà a mangiare il panettone? C’è riuscito. Poi ha mangiato ha mangiato le lenticchie a capodanno, la colomba pasquale e quindi fave e pecorino il 1 maggio.
Dopo sei mesi la rotta si è invertita e ora la paura di un’interruzione del rapporto non è del mister, ma della società, che teme di dover soccombere dinanzi a qualche big, che glielo porterebbe via molto volentieri.
Se nella prima parte di stagione, la squadra gigliata sembrava capace di nulla, con un punto collezionato nelle prime due gare di Conference (fra Basaksehir e Riga) e addirittura appena 23 punti raccolti nel girone d’andata. Circa uno e un “pezzetto” per ogni gara giocata, con una proiezione che oggi li porterebbe ad avere appena 4o punti.
Invece la compagine viola ne ha già sei in più e le media del solo girone di ritorno ne avrebbe fruttati la bellezza di 58 totali, appena quattro in meno della scorsa stagione, quando la Fiorentina doveva pensare solamente al campionato.
E poi maggio, che sarà un mese decisivo per la squadra di Vincenzo Italiano, impegnata ad affrontare l’Inter in finale di Coppa Italia e con in calendario un doppio scontro con il Basilea che, in caso di vittoria, aprirebbe le porte alla finalissima di Praga.
Il mister ha però un solo altro anno di contratto (scade nel 2024): la proprietà ha confermato a più riprese che la permanenza non è in discussione e che presto prolungherà ancora, ma al momento di incontri e firme non se ne parla.
La cosa che preoccupa i tifosi è il possibile terremoto su determinate panchina italiane: la Roma non ha ancora confermato Mourinho, mentre il futuro di Inzaghi e Pioli passa dal derby di Milano ed eventuale ingresso nei primi quattro posti. Sarri non si muove, così come Allegri, ma Gasperini non è detto che rimanga.
Infine l’incognita Luciano Spalletti: è fuori discussione che il Napoli lo cambi dopo la vittoria del tricolore, e anzi, ha già esercitato l’opzione di rinnovo. Giuntoli però potrebbe andare via e se il mister di Certaldo dovesse esser tentato dalle sirene di qualche big europea (chi ha detto PSG?) allora se il nuovo DS dovesse essere uno fra Accardi e Vagnati, si opterebbe per un profilo giovane e fresco come il tecnico tedesco.
Vedremo: nel frattempo l’obiettivo è concludere la stagione con più trofei possibili, lì dove anche arrivare ad alzarne uno sarebbe miracoloso per una piazza a secco dal 2001.
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