Francesco Di Leva vince il David di Donatello come Miglior Attore non protagonista con il film Nostalgia. L’attore non dimentica il Napoli.
Francesco Di Leva è una splendida conferma nel panorama cinematografico italiano. Una verità incontrovertibile che arriva anche dalla giuria dei David di Donatello. Gli Oscar italiani consegnano all’interprete il riconoscimento come Miglior Attore non protagonista per il film Nostalgia di Mario Martone. L’uomo ha fatto tanta gavetta, film e serie tv di vario genere non hanno mai placato la sua ascesa. Anzi: l’hanno enfatizzata. Anche l’ultima fiction Rai a cui ha partecipato, L’Avvocato Malinconico, con Massimiliano Gallo, conferma la sua bravura.
Una statuetta attesa la sua ed è arrivata dopo la terza candidatura: primo David per lui. L’emozione è palpabile. Doveroso, quando ritira il premio, un discorso: l’interprete non si tira indietro e nell’enfatizzare la propria gioia non può che partire da una certezza. Il Napoli Campione d’Italia. I partenopei hanno emozionato un popolo intero, compreso lui.
Francesco Di Leva e l’omaggio al Napoli: il discorso ai David
Di Leva non dimentica, anzi sottolinea: “Maggio è proprio un mese fortunato. Ho capito questo” e cita le date di vittoria dello Scudetto del Napoli, entrambi a maggio, più il terzo inevitabile Scudetto. Ultima ma non per importanza la data di nascita del figlio. Non sfugge una lacrima agli attenti osservatori, Di Leva non riesce a trattare l’emozione: il futuro è più roseo grazie a qualche soddisfazione. Teorema che vale dentro e fuori dal set, in attesa di nuove sfide e altri premi.
L’attore ha iniziato a vincere e ci ha preso gusto, proprio come il Napoli: chissà che non sia l’inizio di un ciclo per entrambi. Le premesse ci sono, i trionfi anche. Manca la continuità, ma il tempo è dalla loro parte. Basta solo crederci e non vivere quel che resta rimanendo troppo sugli allori, altrimenti subentra la nostalgia che va bene soltanto (e per fortuna) come titolo di un film. La voglia di migliorare non deve mai diventare un ricordo: lo insegna (anche) Spalletti. Di Leva è il miglior “allievo” pronto a superare i maestri, nell’abbraccio finale con Martone c’è un’intesa che sa di investitura.