Cosa mangia Milinkovic-Savic quando non si allena? C’è un piatto tipico romano che non preferisce…
Sergej Milinkovic-Savic sta disputando una buonissima stagione e come sempre è al centro di rumors di mercato. Il suo contratto con la Lazio termina nel 2024, manca ancora un altro anno. Ma quest’estate può essere la volta giusta per lasciare Roma, alla volta di una nuova avventura.
Il Sergente conosce la Capitale come le sue tasche. “Sono qui da otto anni, ora non vado più tanto in città – ha confessato il centrocampista biancoceleste a DAZN – Ma me la godo ogni giorno”. Nel corso della sua lunga intervista con Pierluigi Pardo, il serbo si è lasciato andare anche a delle riflessioni culinarie. Per restare in grandissima forma e accontentare le richieste di Sarri, non può esagerare con i pasti, in particolare con i primi piatti. Però, quando può, apprezza la cucina romana. E in particolare, ecco che cosa preferisce e cosa invece non mangia con appetito quando va al ristorante.
Milinkovic-Savic e la confessione sulla cacio e pepe
Si sa, i calciatori di un certo livello sono molto attenti alla propria linea. Milinkovic-Savic non è da meno. Fa di tutto per mantenere il fisico al meglio, ma quando davanti ai suoi occhi si presenta una bella e buona carbonara, davvero fa fatica a rinunciarci.
Di tutti i famosi piatti romani, c’è però uno che Milinkovic-Savic non gradisce. Il centrocampista della Lazio ha raccontato ai microfoni di DAZN che non gradisce la cacio e pepe: “Manca qualcosa, la mangio qualche volte, ma…”. Su tutti gli altri primi piatti, invece, nessun dubbio: “Mi piace la carbonara, l’amatriciana, poi c’è quell’altra…l’arrabbiata!”. Il serbo si lascia andare anche ad una battuta: “Non posso mangiare troppa pasta – poi si tocca la pancia – perché altrimenti si attacca tutto qui”.
Insomma, il biancoceleste è di certo una buona forchetta, ma la cacio e pepe non è il suo piatto preferito. Non rispecchia i suoi gusti perché evidentemente è un tipo di pietanza incompleto, secondo il suo palato. Meglio una corposa carbonara o un’amatriciana, di quelle buone che solo a Roma sanno fare!