Caso plusvalenze, altra tegola per la Juventus: le novità sullo scambio Arthur-Pjanic. Altri documenti sono stati acquisiti dalla Procura di Torino
Non si fermano le indagini della Procura di Torino in merito all’ormai nota inchiesta Prisma che riguarda presunti reati di natura economica e amministrativa compiuti dall’ex management della Juventus. In attesa del processo ordinario e per quanto riguarda gli eventuali riflessi sul campionato dei due processi sportivi, i magistrati torinesi continuano ad acquisire nuova documentazione nella speranza di fare ulteriore chiarezza su una vicenda che comunque la si pensi, è molto intricata. Ed è di poche ore fa la notizia che altre carte sono state consegnate alla Procura da parte della Guardia di Finanza facente le funzioni di polizia giudiziaria.
I documenti acquisiti dai finanzieri e consegnati successivamente ai magistrati della Procura di Torino riguarderebbero, in base a quanto riportato dall’ANSA, una corrispondenza tra soggetti riconducibili ai partner di Ernst&Young, il noto network mondiale di servizi professionali di revisione contabile che ha lavorato per molto tempo alla revisione dei bilanci di Juventus e Barcellona. Già, perchè l’operazione su cui i pm torinesi hanno focalizzato la loro attenzione è lo scambio Pjanic-Arthur realizzato con il club blaugrana nell’estate del 2020. In quella trattativa le due società attribuirono ai due giocatori un valore di 75 milioni di euro, cifra ovviamente virtuale ma che garantì ad entrambe una super plusvalenza.
Da una prima analisi della carte a disposizione dei magistrati non sono emerse irregolarità da parte del Barcellona, mentre va ricordato come due revisori italiani dei bianconeri siano imputati nel processo in corso per il caso plusvalenze, che vedrà ulteriori sviluppi nei prossimi giorni. Sempre in base alla ricostruzione dell’agenzia ANSA, ai due revisori della Juventus arrivò a suo tempo una segnalazione da parte dello staff di Ernst&Young che si occupava del Barcellona, secondo cui le operazioni di compravendita incrociata dovessero venire considerate come una “permuta” e non come “scambio”, altrimenti ci sarebbe stato il rischio di commettere una frode per via della manipolazione di valori.
E’ dunque questo il contenuto del documento consegnato dagli agenti della Guardia di Finanza ai magistrati della procura di Torino, con la corrispondenza tra i revisori contabili di Ernst&Young che si riferiva all’operazione Arthur-Pjanic risalente a giugno del 2020. Le indagini, come si può vedere, vanno avanti ma la conclusione di questa vicenda è ancora di là da venire.
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