La papera di Rui Patricio a Bergamo è costata la vittoria alla Roma. Come reagirà il portiere portoghese a quella debacle?
Quando la Roma ha scelto di puntare su Rui Patricio, su indicazione specifica di José Mourinho, lo ha fatto perché sapeva di poter contare su un portiere dall’affidabilità certa.
I capitolini che, dopo l’addio di Alisson – direzione Liverpool – venivano dalle parentesi del disastroso Robin Olsen e del discontinuo Pau Lopez, avevano semplicemente voglia di non dover più pensare alla porta.
Per questo motivo i giallorossi si sono presentati dal Wolverhampton con una cifra superiore a 11 milioni di euro per un estremo difensore esperto, titolare della nazionale portoghese, ma con già trentatré primavere sulle spalle.
Il risultato è stato invece estremamente positivo: alla prima stagione la Roma si è aggiudicata la Conference League, la prima coppa europea della sua storia, tornando a vincere un trofeo quattordici anni dall’ultima volta e lo ha fatto anche grazie alle parate fondamentali di Rui.
In questa stagione, il bilancio è addirittura migliorato: con lui fra i pali, i ragazzi di Mou hanno subito 29 reti, dato che rende la difesa una delle migliori della Serie A, con la bellezza di 13 cleen sheet all’attivo in un totale di 31 gare. I 2790 minuti giocati spiegano come lui subisca, in media, una rete ogni 96 minuti.
Proprio sul più bello, però, è avvenuta l’inaspettata flessione: nella gara di Bergamo, scontro diretto valido per la Champions League contro l’Atalanta, Rui Patricio ha commesso un errore grossolano.
Un minuto dopo il gol di Lorenzo Pellegrini, che ha permesso ai capitolini di riaprire la partita, una sua uscita goffa, con tanto di errore in presa, ha spianato la strada a Koopmeiners che, a cinque giri di orologio dalla fine, ha chiuso la pratica.
Un infortunio pesante quello del portiere, che potrebbe costare a fine anno il quarto posto, ma quanto accuserà il colpo?
Probabilmente molto poco. Nei mesi il portiere portoghese ha abituato la piazza a qualche papera di tanto in tanto.
Fece una “quaglia” contro il Bodo/Glimt nella gara d’andata di Conference, poi sbagliò l’uscita su Milinkovic Savic nel derby perso all’andata dello scorso anno.
Quindi una debacle clamorosa nella sconfitta casalinga contro l’Inter per 0-3. E ancora, la gaffe contro il Sassuolo. Ma dopo ogni errore fatto, l’estremo difensore si è sempre ripreso, facendo parate superlative e salvando capre e cavoli.
Nel match casalingo contro il Milan dovrà dimostrare di saper dare continuità a questa tradizione, ergendosi al disopra della difesa giallorossa e tornando a vincere il premio morale di “migliore in campo”.
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