“Mi davano della prostituta”. Da Pimenta a Wanda Nara, ecco come le donne hanno cambiato il mondo del calcio nel 2023.
Ad una domanda sul maschilismo nel mondo del calcio, Rafaela Pimenta, l’erede di Mino Raiola, risponde: “Mi hanno insultata molte volte. In molti pensano che le donne siano inferiori: alcuni la usano per strategia, altri lo pensano realmente. Una volta in Italia un dirigente mi ha detto: “Ma davvero sei un avvocato? Pensavo fossi una prostituta brasiliana”. Io gli ho risposto: “Se anche fossi una prostituta, tu dovresti comunque pagare il premio al mio assistito”. Questo avveniva qualche anno fa. Per fortuna adesso le cose stanno cambiando”.
E ad oggi la Pimenta non è diventata solamente una procuratrice rispettabile, ma forse la migliore del mondo: nella sua scuderia ereditata dal compianto Mino ha preso Pogba, Verratti e De Ligt, ma anche Mkhitaryan, Malen, Manolas, Mazraoui e soprattutto Erling Braut Haaland.
Pimenta e le altre: le donne agenti che hanno cambiato il calcio
Che il calcio sia maschilista è risaputo e un’altra grande procuratrice, Angela Rullo, ne da prova in una dichiarazione. La ragazza, capace di prendere sotto la sua custodia Cephas Malele, che in Italia ha giocato con la maglia del Palermo e che oggi ha firmato un ricco contratto in Arabia Saudita sotto le sue indicazioni.
In un’intervista (come riportato su Gianlucadmarzio.com) lei disse: “Mi dicevano di occuparmi di manicure, ma il calcio è il mio mondo”.
Poi Wanda Nara, forse l’agente donna più insultata di sempre ma che, lavorando con il marito Mauro Icardi, creando la World Marketing Football gli ha permesso di ottenere prima dei corposi rinnovi con l’Inter e poi una remunerativa cessione al PSG, che lo ha portato a giocare con campioni affermati ad altissimo livello, oltre che fargli percepire quasi 10 milioni di euro netti l’anno.
E ancora Miriam Peruzzi, lei scout in Africa, impegnandosi nel muovere giovani di Serie B e Serie C. Disse in merito a ciò: “Il calcio è la lingua dei sogni e delle speranze che non muoiono mai. In Africa c’è un attaccamento alla terra che noi abbiamo perso ormai da tempo”. Fu lei a portare in Italia Darboe, oggi di proprietà della Roma.
Quindi Michela Macalli, agente Fifa, che si staccò da Oscar Damiani e portò al Milan Gourcouff, seguendo passo passo tutta la trattiva fino all’accordo.
Infine Veronique Rabiot, mamma di Adrien, ha preso per mano la carriera del figlio, portandolo sempre ad ottenere più di quanto avremmo immaginato: lo lanciò al PSG e ugualmente lo portò a non rinnovare per andare alla Juventus.
Lo stipendio? sette milioni e mezzo di euro ogni anno con altri bonus. Lei si è sempre fatta sentire, come quando alla decisione del club parigino di metterlo fuori squadra per aver lui rifiutato il rinnovo, disse alle telecamere: “Mio figlio è ostaggio del Psg, a breve lo terranno a pane e acqua”.
E se qualche mese fa i tifosi bianconeri facevano il conto alla rovescia per vedere quel contratto scadere, oggi che manca poco dalla scadenza, i 10 milioni di euro per rinnovare che chiede la madre, sono oggetto di valutazione da parte del club piemontese, che sta pensando di darglieli con i bonus.
Insomma, l’ennesima vittoria di Veronique, a dimostrazione di quanto oggi le donne-agenti abbiano cambiato il mondo del calcio.