Il numero uno della UEFA Ceferin ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla Champions League che rischiano di alzare un polverone.
Nuovi orizzonti per il calcio e per la Champions League. Nell’epoca della globalizzazione, anche le principali competizioni sportive e calcistiche potrebbero intraprendere percorsi sempre più inaspettati e imprevedibili. La bomba arriva direttamente dalle parole di Aleksander Ceferin, presidente della UEFA.
Il tutto, chiaramente, nell’ottica di aumentare ulteriormente i già ingenti ricavi e profitti che ruotano attorno al mondo del pallone. Secondo quanto riferito dal numero uno della UEFA, le partite di Champions League potrebbero svolgersi negli Stati Uniti a partire dal 2026.
Una notizia che manderebbe su tutte le furie, in primis, i tifosi delle squadre che così non potrebbero seguire come di consueto la loro squadra del cuore. L’ipotesi è ancora al vaglio dei vertici della società che ha sede a Nyon, ma non avrebbe del clamoroso. Già da svariate stagioni, infatti, diverse partite del nostro calcio (come la Supercoppa Italiana) si sono disputate in paesi stranieri.
L’idea è nata per chiudere il cerchio sportivo che ruoterà attorno agli Stati Uniti nel 2026. In quell’anno, infatti, in tutto il Nord America si giocherà il Mondiale e esportare la Champions League sul territorio americano rappresenterebbe a pieno un anno di successo per il calcio negli States.
Riguardo a questa ipotesi, Aleksander Ceferin ha parlato tramite un podcast rivelando i probabili prossimi passi. “È possibile: abbiamo iniziato a discuterne, ma dobbiamo valutare. In ogni caso è una possibilità”. Alla base di questa scelta ci sarebbero i ricchi introiti che porterebbe la Champions League negli Stati Uniti. “Al giorno d’oggi il calcio è estremamente popolare negli States. Gli americani sono disposti a pagare notevoli cifre per il grande spettacolo. Quindi seguiranno il calcio europeo come gli amanti del basket in Europa seguono l’NBA. Un dato che mi ha incuriosito e fatto riflettere è che in realtà le nostre finali di Euro 2020, negli USA sono state seguite più delle finali di basket del NBA”.
E ancora. “È un mercato molto importante e promettente per il futuro. Il fatto è che stiamo vendendo i diritti molto bene. Le sponsorizzazioni al momento sono mediocri dagli Stati Uniti, ma lì la commercializzazione è completamente diversa che in Europa. Gli americani, in questo, hanno molto più talento rispetto a noi europei”.
Per chiudere Ceferin ha comunque voluto lasciare quel velo di dubbio, probabilmente anche per evitare di alzare già da ora grandi polemiche. “Quest’anno sarà ad Istanbul, nel 2024 a Londra e nel 2025 a Monaco. Queste sono date certe. 2026? Vedremo…”. Il calcio è quindi alla ricerca di nuove mete, per percorrere percorsi inesplorati che possano far alzare introiti e sponsorizzazioni, in uno sport sempre più tristemente ed esclusivamente legato al denaro.
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