Mario Balotelli è stato protagonista dell’ultima puntata del podcast Muschio Selvaggio: tutti gli aneddoti della carriera raccontati a Fedez.
Dopo Antonio Cassano è toccato anche a Mario Balotelli diventare protagonista di una puntata di Muschio Selvaggio. Nel suo podcast Fedez è riuscito a convincere SuperMario ad aprirsi a 360° gradi, ripercorrendo la sua carriera vissuta tra alti e bassi con tantissimi episodi controversi da raccontare.
E’ un Mario Balotelli sorridente e rilassato quello che, a 32 anni, si guarda alle spalle parlando del suo passato. Nel corso della sua carriera, tutt’ora in corso al Sion, ne sono successe di tutti i colori ma c’erano ancora alcuni aspetti che non aveva mai svelato. L’ha fatto in una lunga chiacchierata con Fedez dove si è aperto senza filtri davanti alle telecamere come mai aveva fatto prima d’ora.
Balotelli senza filtri: l’intervista completa con Fedez
Da oltre un decennio Balotelli è al centro dell’attenzione mediatica per quello che ha fatto in campo ma soprattutto fuori. L’attaccante azzurro ancora oggi divide i tifosi, gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica che non lo hai mai risparmiato. Una popolarità in bene e in male raggiunta da giovanissimo quando era considerato uno dei migliori talenti della sua generazione.
La sua storia parte da molto lontano: “Diventare calciatore non è mai stato un obbligo, ho sempre giocato per divertirmi. I miei genitori hanno sempre cercato di frenarmi quando era bambino perché da piccolo conoscendo i miei problemi e il mio carattere mi sarei perso. Ho fatto mille sport, ho sempre studiato e grazie a questo graduale percorso ce l’ho fatta”.
L’infanzia però non è stata per nulla facile: “Non ero un bambino semplice da gestire. Quando sono nato sono stato due anni in ospedale per un problema all’intestino poi ho avuto un periodo difficile per l’affidamento. Da adulto l’ho preso bene perché ho capito che la mia famiglia natura non poteva sostenermi. Da bambino però non lo capivo e caratterialmente mi ha condizionato, facendomi soffrire per questa cosa”.
Poi è arrivato l’Inter che si è accorto subito del suo talento, facendolo crescere nelle giovanili fino a portarlo in prima squadra. Un periodo magico per SuperMario che però più volte si è scontrato con allenatori e compagni. Come quella famosa lite con Materazzi dopo la semifinale di Champions League col Barcellona: “E’ un giocatore che mi ha sempre aiutato, era come un fratello maggiore. Dopo quella partita però mi ha rincorso in spogliatoio. Ero entrato a partita in corso, ho sbagliato uno-due palle e San Siro ha iniziato a fischiarmi. A 18 anni l’ho presa male e finita la partita ho buttato la maglia per terra ma è stato una reazione esagerata sia mia che dei tifosi. Comunque abbiamo litigato verbalmente non siamo mai arrivati alle mani”.
C’è anche spazio per ricordare il calcio preso da Totti durante una finale di Coppa Italia con la Roma: “In quella partita non ce l’aveva con me ma col mister (Spalletti) che non l’ha fatto giocare dall’inizio. Era nervoso, aveva già fatto brutti interventi su altri miei compagni. Ha sbagliato, succede ma io gli voglio bene e abbiamo anche scherzato su quanto successo”.
Durante l’esperienza nerazzurra ha avuto modo di confrontarsi anche con José Mourinho: “E’ stato un rapporto un po’ di particolare perché ha un carattere difficile da gestire, come il mio, e si andava allo scontro di idee. Una volta partiamo da Appiano Gentile per andare in aeroporto e giocare una partita col Catania. Nel pullman ho avuto un diverbio con Mourinho, sono sceso e sono andato a casa saltando la trasferta, è stato un casino. Le stupidate le ho fatte ma mi sono sempre preso le responsabilità mettendoci la faccia”.