Inter, Romelu Lukaku non può più sbagliare: c’è un tabù da sfatare ed il bomber belga ha una responsabilità ben precisa
Giustizia è stata fatta per Romelu Lukaku. Certo, è dovuta arrivare la grazia addirittura dal presidente federale, per una vicenda che ha mostrato nuovamente come vi sia più di qualche cortocircuito nel calcio italiano, ma fondamentale è stato il risultato raggiunto. Il bomber belga potrà disputare la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Juventus.
Prima, però, c’è il lunch match delle 12.30 in casa dell’Empoli, una gara fondamentale per i nerazzurri in corsa ancora pe il quarto posto in campionato che garantirebbe la qualificazione alla prossima Champions League.
Di per sé dovrebbe essere una grande notizia per il club nerazzurro avere a disposizione Big Rom anche in coppa ma molto dipenderà anche da quale Lukaku scenderà in campo, se lui oppure la brutta copia di sé stesso. Avere in campo un bomber come Romelu può decisamente spostare gli equilibri; un vero e proprio panzer che abbina tutto, dalla corsa alla potenza fino ad un fisico imperioso che gli permette di fare a sportellate anche con il difensore più ruvido.
D’altronde la prima versione italiana di Lukaku fu semplicemente devastante; l’uomo chiave per riportare il titolo in nerazzurro. E l’avvio di questa stagione, con l’avventura bis in nerazzurro, partì con il piede giusto, con tanto di gol al Lecce ad agosto. Di fatto, però, Big Rom si è fermato lì. Su azione non ha più segnato in campionato, ed in totale una miseria il suo bottino realizzativo in Serie A.
Tre reti appena, come nemmeno lo score di un difensore; oltre al Lecce, bucate anche Udinese e Spezia ma solo su rigore. Ben 1.044′ giocati per una media di una rete ogni 348′. Numeri sufficienti per evidenziare quanto sia stata deludente la sua stagione, almeno in campionato. E l’infortunio che l’ha tenuto fuori quasi quattro mesi non regge più, considerato come Lukaku sia tornato già da tempo in campo.
Svogliato, avulso dal gioco, addirittura appesantito, questa è l’impressione a vedere il bomber giocare che di 90 – che nella smorfia napoletana corrisponde alla paura – ha ormai solo il numero di maglia. E negli occhi dei tifosi ci sono ancora gli errori grossolani sotto porta contro Salernitana e Fiorentina che hanno poi inciso sul risultato finale.
Tutt’altro discorso se ci si focalizza sulla Champions League. Evidentemente le notti europee e la musichetta del trofeo più importante per club, sono una sorta di cantico delle sirene per Ulisse, perché Lukaku si trasforma e diventa quasi devastante.
In appena 100′ collezionati fin qui, spalmati su cinque presenze totali, tre i gol messi a segno, per una media clamorosa di una marcatura ogni mezz’ora (34′ per la precisione). Gol, peraltro, pesantissimi sul cammino europeo dell’Inter, perché in rete all’andata sia contro il Porto che con il Benfica, marcature determinanti per la qualificazione.
Dott. Jekyll e Mr. Hide, insomma, il Lukaku 2.0 interista che ha bisogno certamente di altro per strappare la conferma in nerazzurro. Servirà, per lui ma anche per il club, un finale di stagione da vivere a mille all’ora. Ogni gara come una finale di Champions League, a partire dalla gara del Castellani di Empoli. Solo così, con gol in serie, potrà regalare la svolta.
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