Diritti tv Serie A verso una nuova divisione: la politica di trasmissione cambia in nome della sostenibilità, stoccata agli accordi.
Sky e DAZN iniziano a confrontarsi. Il piano è andare avanti, possibilmente insieme per quello che sarà il futuro: è chiaro che il calcio che verrà non sarà (soltanto) in streaming. La strada della trasmissione su altri dispositivi è stata intrapresa, ma i fatti hanno chiarito che la pluralità è l’unica via percorribile. Soprattutto per evitare problemi tecnici di diverso tipo. La volontà di garantire un servizio all’altezza è fondamentale. In particolare rispetto ai costi che lievitano, ma le criticità non sembrano essere da meno.
La parte più difficile, infatti, è capire il tipo di accordo. Insieme sicuramente, come resta da comprendere e vagliare affinché nessuno si pesti davvero i piedi con quello che si andrà a offrire. I due colossi devono combattere con l’aspra concorrenza: se DAZN ha nicchiato nei mesi passati, Amazon – con la Champions League – non solo ha fatto il suo dovere, ma l’ha fatto egregiamente con un team di primo livello. Servizi e contenuti particolarmente interessanti sotto ogni punto di vista: le emozioni della partita c’erano tutte, le analisi non erano da meno. Comprese le incursioni di Evra. Vero outsider del gruppo.
Diritti tv Serie A, verso i 5 anni: sodalizio Sky-DAZN, Amazon terzo incomodo
Per questo il colosso dell’e-commerce, rispetto alla Serie A, punta a intromettersi per portare via ai maggiori concorrenti un big match da stabilire oltre alla Coppa dei Campioni. Tutto in fase di contrattazione: l’ipotesi di accordi quinquennali anziché triennali non solo è concreta, ma anche apprezzata. In special modo per quanto concerne i ricavi da dividere con i club. Resta soltanto da capire come si comporteranno le parti, con società al seguito, in assemblea.
Il tempo c’è e anche le idee, a mancare è la quadratura del cerchio che deve trovarsi necessariamente a stretto giro. L’ultimo anno dei tre stabiliti precedentemente è alle porte, poi un nuovo ciclo sarà presente. Cambiano i tempi, ma non le necessità e neppure le aspettative. L’asticella è alta, anche perché il rischio è a portata di mano. Stavolta, però, non saranno ammesse giustificazioni. L’attendibilità resta un deterrente.