Il rapporto fra Zeman e la Juventus non è mai stato amorevole: ecco la nuova stoccata del boemo dopo la restituzione dei 15 punti.
I quindici punti prima tolti e poi restituiti alla Juventus hanno fatto discutere tutti quanti. Al grido di “campionato falsato” sia per i bianconeri che per le pretendenti, la scelta utopica togliere-dare, correlata poi al rinvio della scelta con nuovo giudizio non è piaciuta a nessuno.
Le due ore e mezza di udienza, infatti, si sono concluse con i bianconeri che chiedevano di rendere nulla la richiesta dell’accusa e l’opposizione quasi con atteggiamento di patteggiamento, che invece ragionava sul fatto che forse quindici punti fossero un po’ troppi.
Alla fine la soluzione che hanno trovato, dopo aver fatto aspettare l’Italia più di 24 ore, è stata quella di aspettare ancora, stranamente.
Trenta o quaranta giorni di attesa, poi si conoscerà il futuro dei bianconeri, probabilmente a campionato già concluso e con i progetti per la nuova stagione già avviati.
Polemiche contro la Juventus: “Non è normale”
Già qualche giorno prima dell’udienza, l’allenatore della Roma José Mourinho aveva risposto in modo provocatorio ad un giornalista che gli chiedeva cosa pensasse della sua squadra, terza in classifica con un perentorio e infuocato “Eh ma siete sicuri che la Juventus non ha 59 punti? In quel caso la Roma sarebbe quarta… Siamo in Italia…” per poi prontamente riprendere le sue parole qualche ora dalla fine dell’incontro con “Siamo in Italia, sono tre mesi che dico che sarebbe finita così. Per me non cambia niente”.
Un’idea sulla decisione di rinviare la sanzione a giudizio se l’è fatta anche Zednek Zeman: il boemo oggi allena il Pescara in Serie C e lo sta portando ad un insperata rincorsa alla promozione, attendendo i playoff.
Con il Catanzaro già arrivato in serie cadetta (100 punti all’attivo) e il Crotone secondo in classifica ma imprendibile per punti, i delfini (terzi) affronteranno proprio l’AZ Picerno, quarto in classifica a -3.
Alla vigilia dell’ultima di campionato, Zeman si è espresso in merito all’annullamento della sanzione afflittiva di quindici punti con un “Cose che si ripetono spesso, non è normale…”.
Il tecnico boemo ha spesso fatto la guerra alla Juventus nel corso di tutta la sua carriera, sia sul filone relativo alle sostanze dopanti, sia su quello di passaporti falsi e Calciopoli.
Nella sua autobiografia, il mister ex Roma e Lazio fra le altre scrisse: ““Sono sempre stato juventino. Da piccolo andavo a dormire con la maglia bianconera. Era la squadra di mio zio Cestmir Vycpálek: il processo per doping si è celebrato solo perché a Torino c’era un magistrato coraggioso, Guariniello. Io ho puntato il dito contro il sistema, non solo contro la Juve, che aveva molti seguaci. E il problema non erano solo i farmaci. Erano anche i passaporti falsi. Era anche il condizionamento degli arbitraggi. Era anche lo strapotere della finanza”.
Sul libro si legge anche: “Al Nord c’era l’alleanza tra Juve e Milan; l’Inter ne era esclusa e cercava di entrare nel sistema pure lei. Altre squadre, dal Parma alla Lazio al Perugia, erano in mano alla Banca di Roma: Tanzi e Cragnotti ne uscirono rovinati, come pure Gaucci. Che fece in tempo a caricare il suo Perugia a pallettoni, per far perdere lo scudetto del 2000 alla Juve, sotto il nubifragio”.