Juventus, la condanna spiazza Arrivabene: la reazione dell’ex AD

La svolta nel processo alla Juventus ha scatenato molte reazioni a partire dai diretti interessati, il commento di Maurizio Arrivabene.

Nel day-after della sospensione della penalizzazione alla Juventus ci sono state già a partire dalle prime ore, una valanga di commenti e considerazioni. Non potevano mancare anche quelle dei diretti interessati tra cui l’ex-amministratore delegato bianconero Maurizio Arrivabene.

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Gli ex-dirigenti della Juventus Arrivabene e Nedved. (ansa-tvplay)

Nonostante il clima di giubilo sui social dei tifosi della Juventus, che vedono restituiti in via provvisoria i 15 punti di penalizzazione che erano stati comminati il 20 gennaio, la situazione sembra tutt’altro che avviata verso un lieto fine per i bianconeri.

Lo dimostra il fatto che seppur la pena sarà riconsiderata (il che significa che potrebbe essere annullata, diminuita ma anche ulteriormente appesantita), la corte ha alleggerito la posizione di alcuni dirigenti come Nedved, ma respinto i ricorsi di tutti gli altri dirigenti apicali, come Agnelli, Paratici e appunto Arrivabene.

Ricorsi Juventus, la posizione di Arrivabene

La sospensione provvisoria della penalizzazione alla Juventus rischia di essere una “vittoria di Pirro” o qualcosa di molto simile. Lo scontento da parte degli avvocati difensori degli ormai ex-membri del CdA bianconero è data dal fatto che per la maggior parte dei propri assistiti la condanna è stata confermata dal Collegio di Garanzia.

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L’ex-CdA della Juventus composto da Arrivabene, Nedved, Agnelli e Paratici. (ansa-tvplay)

Tuttavia potrebbero emergere errori e vizi di forma, cosa che i legali stanno appunto cercando di appurare. Tra questi sembra infatti che sussista un’incongruenza riguardante il ruolo all’epoca dei fatti contestati di Maurizio Arrivabene. L’ex-Ferrari infatti è diventato amministratore delegato del club dal primo luglio 2021.

Gli illeciti contestati alla Juventus invece sono antecedenti a questa data, quando Arrivabene non ricopriva tale carica ma era soltanto un membro del CdA. I suoi avvocati, anch’essi increduli, hanno riferito ai microfoni dei giornalisti che il loro cliente era “frastornato”. Con ogni probabilità la prossima mossa dunque, secondo la ricostruzione di Tuttosport, sarà rivolgersi direttamente al TAR del Lazio.

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