Da Osimhen, passando per Giuntoli: il tesoretto-Champions disegna il futuro del Napoli, attraverso scelte e calciomercato.
No, il Napoli non ce l’ha fatta. I partenopei, mentre andranno a vele spiegate verso il loro storico terzo scudetto, che oggi manca dai tempi di Diego Armando Maradona, allo stadio Maradona non sono andati oltre il pari in casa contro il Milan, che all’andata l’aveva spuntata 1-0.
Una gara, quella di ritorno, che ha visto reti annullate, due rigori sbagliati, ma che ha – soprattutto – pesato e soppesato la presenza di Victor Osimhen in campo, che è venuto meno, fisicamente parlando, nel momento più importante della stagione.
E nonostante ciò, questo non gli ha permesso di dimostrarsi marginale, facendo valere anche le possibilità a disposizione. Perché questo Napoli non è Osimhen-dipendente, ma avere il centravanti nigriano, ad oggi 26 gol in 31 partite giocate in stagione, è un altro paio di maniche.
Ed è per questa ragione che progettando la squadra del futuro, gli azzurri dovranno capire quale sarà il domani dell’ex Lille, che oggi è corteggiato da mezza Europa, quella che se lo può permettere.
Sulle sua tracce ci sono tre club: il PSG, che ha però Messi, Neymar e Mbappe davanti e, togliendo scadenze di contratto e rinnovi di cui si capirà di più a fine stagione, al momento rischia di non esser sempre titolare. Inoltre non sono da sottovalutare gli scarsi stimoli relativi al livello della Ligue One.
Poi ci sono anche Chelsea e Manchester United: la prima non giocherà la Champions League e probabilmente nessun’altra coppa europea. I Red Devils, invece, non hanno la certezza di arrivare fra le prime quattro.
E così, all’improvviso, sembra che Osimhen, per raggiungere il top in Europa, abbia proprio bisogno di un Napoli che se lo coccola e fissa a 150 milioni di euro il prezzo del suo cartellino, augurandosi di riuscire a convincere il suo entourage a prolungare il contratto.
Se gli azzurri che vinceranno il tricolore a breve (manca solo la matematica) sono stati letteralmente trascinati dagli anticipi di Kim, le geometrie di Lobotka, gli strappi di Kvaratskhelia e i gol di Osimhen, il vero uomo-scudetto è senza dubbio alcuno Cristiano Giuntoli.
Il direttore sportivo dei partenopei ha costruito con poco una vera e propria armata, cedendo l’ossatura che per molti avrebbe potuto fare la differenza, quella composta da Ospina, Koulibaly, Fabian Ruiz, Insigne e Mertens.
Ha seguito i dettami e le richieste del presidente ADL, arrivando ad abbassare il monte ingaggi, senza però indebolire la squadra e, anzi, risultati alla mano, costruendone una molto più competitiva. Per questa ragione sul ds al momento tante compagini hanno iniziato a chiedere informazioni.
Una su tutte le Juventus che dopo le dimissioni in toto del CdA, ha bisogno di riformare un gruppo-squadra: il patron azzurro lo ha sempre tenuto, dimostrando fiducia già nel 2019, quando gli fece firmare al buio un quadriennale, con la speranza, oggi, che quella riconoscenza venga fuori.
Giuntoli ha mostrato competenza, rapidità d’esecuzione ma soprattutto occhio per i giovani, da prendere a cifre contenute, che invece possano poi arrivare a valere una fortuna.
Il primo posto, oltre allo scudetto, porterà anche una cifra cospicua nelle casse del club campano, che riceverà un ingresso economico rilevante anche grazie all’ottimo percorso in Champions League: arriveranno poco più di 33 milioni di euro per il primo posto in campionato, da aggiungere ai 40 milioni, dovuti a chi si qualifica ai gironi di UCL.
Da considerare quindi il valore del raggiungimento dei quarti di finale, che permetteranno di mettere a bilancio la bellezza di 82 milioni di euro, destinati ad aumentare ancora, ma di qualche spicciolo.
I partenopei sono stati sfortunati: l’arrivo fra le prime otto avrebbe potuto portare anche più soldi al momento della spartizione del market pool, se non fosse stato per la presenza di altre due italiane, Milan e Inter, con una delle due che si fermerà fra le prime quattro, mentre un’altra a giocarsi la finalissima.
Un tesoretto, quello che arriva dalla Champions, che permetterà alla squadra di Spalletti di programmare il futuro: in mezzo al campo, ad esempio, sarà importante capire come investire.
Piotr Zielinski va in scadenza al termine della prossima stagione e già percepisce 3.5 milioni. Per le politiche del club è difficile pensare che si scelga di salire sopra quella cifra, ma è concepibile immaginare che il polacco scelga di andare a percepire uno stipendio superiore.
Inoltre Ndombele non verrà riscattato: la cifra pattuita con il Tottenham è pari a 35 milioni, molto più alta rispetto a quella che il club pensa rispecchi il valore del calciatore.
Per questa ragione, a Giuntoli a giugno verrà chiesto di gettarsi sul mercato, alla ricerca dell’uomo giusto, che possa arrivare all’ombra del Vesuvio per aiutare la squadra ad aprire un ciclo vincente, che passa anche per la stagione che si sta per concludere.
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