Napoli subissato di critiche per l’uscita dalla Champions League in favore del Milan, dimenticando quanto si è fatto in questa stagione.
“L’importante è partecipare perché solo partecipando avrai la possibilità di vincere” dichiarava Pierre De Coubertin e in parte è vero. Se non partecipi, non potrai mai ambire a vincere ma se poi non lo fai, ti senti male, ti rodi dentro perché avresti voluto con tutto te stesso conquistare quel trofeo. E’ un po’ ciò che è successo al Napoli in questa doppia gara contro il Milan in Champions League. Il suo primo quarto di finale della sua storia: la possibilità di poter andare in semifinale, la speranza di poter dimostrare che grazie al gioco tutto sia ancora possibile.
Peccato che il sogno sia finito qui perché a volte, la realtà fa male e di fronte, c’era una squadra la cui storia parla da sola: 7 Champions League conquistate. Quando si affronta chi ha vinto tanto, De Coubertin può fare poco così come la voglia di riscatto di un intero popolo. Da questa doppia sfida bisogna però solo imparare tutte le cose importanti che derivano da un quarto di finale, immagazzinare e tenerle pronte all’uso per la prossima occasione.
Sicuramente, ciò che non andrà fatto in futuro sarà quello di scagliarsi contro allenatore e squadra per non esser riusciti a passare il turno. Sia all’andata che al ritorno, al di là di qualche sbavatura e qualche errore, gli uomini di Spalletti hanno dato tutto ciò che potevano dare. Certo, in campo si è denotata meno brillantezza rispetto al passato ma questo non è dipeso certamente dai calciatori in campo. Assurdo attaccare un allenatore che nell’arco di un anno e mezzo ha riabilitato una squadra che nei tre anni precedenti non sembrava tale.
Così come è inconcepibile, per due prestazioni non eccelse, etichettare come calciatore non grande Kvaratskhelia. Forse servirebbe ricordare che il georgiano, alla sua prima stagione al Napoli ha collezionato 35 presenze tra Serie A e Champions League segnando 14 reti e fornendo 16 assist. Numeri eccellenti, che non fanno del calciatore uno dei migliori al mondo ma un professionista che, lavorando sodo, può diventare tra i più forti al mondo.
L’uscita dalla Champions League, dove si è arrivati per la prima volta nella storia del club ai quarti di finale, ha portato a criticare una squadra che sta per vincere uno scudetto che manca da 33 anni. Forse, se si vuole aprire realmente un ciclo, serve vedere e analizzare le questioni con maggiore distacco e comprendere da dove si è partiti e quanto si sta facendo.
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