La Serie A è in continua evoluzione come tutto il calcio moderno, sempre più soggetto a mutazioni di vario tipo. La nuova svolta stile NBA.
Il calcio moderno, che piaccia o meno, è sempre più proiettato verso nuovi cambiamenti. Negli ultimi anni abbiamo assistito a molte innovazioni, in alcuni casi vere e proprie rivoluzioni. Ora il prossimo passo farà avvicinare i club di Serie A ad un modello ancora più vicino a quello che per tutti gli addetti ai lavori è il punto di riferimento dello showbusiness applicato allo sport: l’NBA. Quali cambiamenti sono all’orizzonte, ma soprattutto quali sono
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Le ultime stagioni calcistiche sono state senza dubbio quelle che hanno portato al maggior numero di cambiamenti rispetto al passato. La Serie A ha iniziato a sua volta a cambiare forma già dalla ripartenza durante la pandemia del Covid. Dal numero di cambi portati da 3 a 5 fino ad innovazioni tecnologiche di cui siamo stati gli apripista, come nel caso che riguarda il VAR.
Il mondo cambia e il calcio con esso, ma in questo caso la nuova rivoluzione in arrivo sta dividendo già molto tifosi, appassionati e addetti ai lavori. Il motivo del disaccordo è perché le novità in vista non sembrano affatto dettate da una ricerca e propensione verso un miglioramento o un progresso.
La Serie A si ispira all’NBA, ma forse lo sta facendo nel modo sbagliato, partendo dalla fine e dimenticando il resto. L’aspetto che nelle prossime stagioni avvicinerà i club del nostro campionato e non solo alla dimensione del torneo di basket più importante del mondo è per il numero di partite. Nella stagione 2024-25 infatti i match da disputare potrebbero arrivare fino a 70, contro le 60 della stagione in corso. L’NBA invece prevede 82 partite per la regular season e con i playoff con formula che può estendersi fino a gara 7 potrebbe arrivare fino ad un massimo di 110 match.
Ovviamente questo discorso non vale per tutte le squadre, la Serie A e la Coppa Italia infatti resteranno con le medesime formule che prevedono 38 partite di campionato e 5 per la Coppa. Diverso è il discorso per i club più blasonati, a partire da quelli che disputano la Champions League, che sarà portata da 13 a 17 partite. Inoltre ci saranno anche tutti i vari torneini con formula “final 4” ed un nuovo Mondiale per Club.
Il morale della favola è che chi tira i fili di tutto questo circo si lecca i baffi all’idea dei maggiori introiti derivanti dal numero superiore di incontri. Chi ne fa le spese però sono sicuramente i giocatori in primis, esposti ad un sempre più elevato rischio di infortuni, ma anche il tifoso, spremuto all’inverosimile. Oltretutto il danno non potrà che riflettersi anche sullo spettacolo in campo, che poi è il fattore al centro di tutto, fino ad innescare tutta una serie di altri effetti a catena che esamineremo.
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