Moreno continua a far parlare di sè. L’arbitro che eliminò l’Italia agli ottavi di finale dei Mondiali nel 2002 è stato aggredito in campo.
Byron Moreno è ricordato per una partita: Italia contro Corea, ottavi di finale del Mondiale. Un arbitraggio molto discusso, per usare un eufemismo. Una partita che resterà nella storia, così come le giustificazioni del direttore di gara che, spesso, ha glissato sulla questione: una decisione quasi obbligata per evitare il linciaggio mediatico. L’arbitro è poi tornato in patria dove addirittura tiene corsi per diventare fischietto. Se nessuno è profeta in patria, Moreno fa eccezione perchè dalle sue parti è relativamente amato, mentre altrove funziona meno.
Tranne quando decide di tornare a indossare il fischietto. Recentemente, infatti, mentre stava arbitrando una partita nel corso di un torneo amatoriale a Guayaquil, è rimasto coinvolto in un’aggressione piuttosto importante. L’uomo si è sottoposto a controlli medici: spintoni che hanno causato qualche livido e non è escluso che ci siano determinati traumi. Nulla di paragonabile a qualcosa di davvero invalidante, ma rimane ugualmente duro farci i conti. Moreno ha passato anche qualche guaio con la Giustizia in passato, per detenzione e spaccio di stupefacenti. Ora la storia è diversa: c’è un uomo che vuole ritrovare la propria dimensione – che è in mezzo al campo – ma non sempre vi riesce.
Moreno aggredito in un torneo amatoriale: come sta il noto arbitro
La colpa è anche di un ego smisurato che gli impedisce – forse anche per deformazione professionale – di fare autocritica: della partita con l’Italia disse “Ho arbitrato da 8,5”. Una provocazione che fece saltare sulla sedia i tifosi. Nulla è perduto nella storia del calcio: da quei 90 minuti è iniziata una ricerca perenne delle motivazioni che hanno spinto Moreno a lasciarsi così andare.
Nessuno – ancora oggi – riesce a spiegarselo: un atteggiamento che va ben oltre la noncuranza. È proprio negligenza. Una condizione con cui l’uomo ha fatto i conti per molto tempo. Adesso, però, anche se solo a livello amatoriale, c’è qualcuno che l’ha presa sul personale. L’aggressione ha tradotto il pensiero di molti: la violenza non è mai giustificabile, al pari dell’incompetenza.