Mennea, uno dei simboli più rappresentativi dello sport italiano e non solo dell’atletica leggera. Un uomo che ha conquistato tutti gli sportivi a suon di record.
Quando si parla di sport pulito, unico, memorabile, affascinante ecco che riaffiora nella mente degli sportivi il nome di Pietro Mennea. Un grande atleta, che ha consentito a molti giovani ad appassionarsi all’atletica leggera con il passare degli anni e grazie alle sue gesta. Campione olimpico dei 200 metri piani a Mosca 1980, è stato il primatista mondiale della specialità dal 1979 al 1996 con il tempo di 19″72, che costituisce tuttora il record europeo.
Ebbene sì, Pietro Mennea è stato l’uomo più veloce al mondo per 17 anni ma anche l’atleta simbolo di perseveranza e tenacia. Capace di far legare a sé milioni di italiani che si riconoscevano il lui per la voglia matta di vincere e di conquistare sempre un nuovo record. Per tutti, sarà sempre Freccia del Sud, quel giovane ragazzo di Barletta pronto a conquistare il mondo sfrecciando da una parta all’altra, senza far capire nulla ai suoi avversari.
Nessuno potrà mai dimenticare un campione del genere. Per questo motivo, questa mattina si è tenuto un evento nei pressi dello Stadio dei Marmi di Roma l’evento “10.01 – Pietro Mennea, l’uomo e il campione”. L’obiettivo era quello di ricordare il campione di atletica che è scomparso dieci anni fa. Un grande atleta olimpionico che ancora oggi viene ricordato da molti come esempio di caparbietà, coerenza e dignità. Un evento importante perché, attraverso tali manifestazioni potranno sempre continuare a vivere grandi uomini. Solo così si potrà continuare a raccontare le loro gesta e influenzare positivamente gli appassionati sportivi.
A parlarne è stato anche Andrea Abodi, ministro dello sport, che ha detto: “Il coraggio, l’abnegazione, la forza, il sacrificio, la voglia di impegnarsi. Questo evento, così come il museo è il segno che servirà anche alle nuove generazioni per fare in modo che Pietro Mennea rimanga la leggenda che è stata fino ad oggi. La testimonianza di un gigantesco uomo semplice che si è affermato con la caparbietà della
persona che è nata normale e che ha tirato fuori dal suo animo tutte quelle caratteristiche che l’Italia tira fuori nel momento di difficoltà“.
Non è stato da meno il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha dichiarato: “Caparbietà, testardaggine, coerenza accompagnata però con una forza e una dignità e anche un senso di rispetto nei confronti della vita sua e degli altri impressionante“.
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