Dani Alves, luce in fondo al tunnel? Cosa è cambiato in carcere. L’esterno brasiliano è accusato di violenza sessuale da una ragazza di Barcellona
La parabola di Dani Alves sta facendo parlare e discutere tutto il mondo del calcio. Il quarantenne esterno del Barcellona e della Nazionale brasiliana sta vedendo andare in frantumi un’intera carriera e un’immagine costruita in oltre vent’anni trascorsi sui campi di calcio di tutto il mondo e con addosso le maglie di alcuni dei club più prestigiosi e importanti d’Europa. Da un mese abbondante a questa parte l’esterno brasiliano si trova infatti recluso in prigione accusato di un reato davvero pesante, violenza sessuale.
La stella della Selecao si trova recluso provvisoriamente in una cella dell’istituto di detenzione chiamato Brians 2 dopo che il tribunale di Barcellona ha respinto il suo ricorso in seguito alla denuncia di violenza sessuale da parte di una giovane dopo una serata in discoteca nella città catalana dello scorso 30 dicembre. Nel giro di un istante la vita di Dani Alves è stata letteralmente stravolta: da un’esistenza fatta di lussi e benessere il campione brasiliano si è visto indossare i panni del galeotto.
Dani Alves, c’è una luce in fondo al tunnel? Dal carcere giungono segnali positivi
E nel giro di un paio di mesi tutto è cambiato, a partire dalla sua vita privata. La moglie del giocatore della Selecao, la bella Joana Sanz, dopo una vicinanza iniziale dettata più che altro da un sentimento evidentemente sincero, ha annunciato la fine del loro matrimonio accusando pesantemente l’ormai ex marito di averle tenuto nascosta i suoi approcci con altre ragazze nei locali alla moda di Barcellona. La notizia dell’addio della compagna ha colto di sorpresa Dani Alves, che pare abbia iniziato perfino lo sciopero della fame.
Preso atto dell’abbandono da parte della ex coniuge, il giocatore brasiliano ha deciso di adattarsi alla situazione attuale e di integrarsi al meglio con il resto dei carcerati. Come riporta Servimedia, l’ex stella della Juventus sta promuovendo partite di calcio all’interno del centro penitenziario tanto che le richieste di abbigliamento sportivo da parte dei detenuti si sarebbero quadruplicate dal momento in cui il brasiliano è stato incarcerato.
“Dani Alves si sentirebbe in perfetta e totale in sintonia con i compagni di carcere ai quali firma spesso degli autografi”. Insomma, Alves si è dovuto calare, purtroppo, in una nuova realtà che ovviamente non gli è mai appartenuta ma con cui deve fare i conti, almeno fino al processo.