Balotelli, ci risiamo: la situazione al Sion non è delle migliori. La sconfitta contro il Grasshoppers ha aumentato le tensioni interne.
Balotelli al centro della protesta. L’attaccante non riesce a trovare una dimensione: dopo Milan, Inter, Brescia e l’esperienza in Turchia – senza contare la parentesi al Monza – i problemi sono gli stessi: la gestione dell’umore diventa un rebus e le prestazioni ne risentono. Anche al Sion, nonostante la Svizzera sia un ambiente più tranquillo e meno pressante, ci sono diversi fattori che impediscono a Super Mario di trovare la quadra. La posizione del Sion non è rassicurante: dopo l’ultima sconfitta con il Grasshoppers, le frizioni sono aumentate.
Il rapporto con la società è a rischio, così come quello con i tifosi. Il clima sembra essere già compromesso: i supporter lo soffrono da settimane. Il 6 marzo scorso hanno esposto uno striscione con scritto “Balotelli regalo avvelenato”. Segno che non vedono di buon occhio la presenza del centravanti in Svizzera: “Troppo compassato”, per usare un eufemismo, dice la piazza. Balo non ne può più: si sente un peso anche stavolta. Quindi sta meditando di cambiare aria.
Balotelli, a rischio anche il Sion: il rapporto con la piazza è logoro
Non adesso, a fine stagione: il mercato potrebbe portare consiglio, ma nel suo caso è difficile. Pretende troppo da sé stesso. Non perchè non meriterebbe certi palcoscenici, più semplicemente il telefono non squilla come qualche anno fa: il calciatore ha 33 anni, non è proprio un debuttante. Senza considerare i problemi interni e le frizioni di spogliatoio. Non rappresenta esattamente il profilo su cui molti vorrebbero puntare, specialmente se c’è da lottare per qualcosa di importante.
Il mercato non è più una certezza: le offerte in estate potrebbero arrivare, ma i campionati europei non fanno più la fila per averlo. In Premier c’è proprio un rifiuto. In Italia lo vorrebbero alcune squadre, si è parlato di un sondaggio della Fiorentina, ma lui non ne vuole sapere. Almeno per ora. Sogna un top club, ma non è facile. In più c’è anche l’incognita Nazionale: se non gioca, Mancini non lo vede. Se il C.T. non lo vede, non può sceglierlo. È un circolo vizioso che fa sembrare il rapporto con i tifosi l’ultimo problema. Parte, però, tutto da lì: Balotelli non riesce a farsi amare. Anche per colpa sua. Stavolta, però, deve ripartire. Qualora dovesse sfumare anche la parentesi svizzera, il giocatore sarebbe a un bivio: ritrovarsi a lottare ancora, per avere lo spazio che gli spetta, principalmente contro sé stesso.