Roma, caso striscione Fedayn: il furto si intreccia con la guerra in Ucraina

Ci sono preoccupanti retroscena dietro al furto dello striscione dei Fedayn: l’episodio di Roma si intreccia con la guerra in Ucraina.

Negli ultimi mesi il calcio sta tornando terreno del tifo violento. A poche ore di distanza dei gravi disordini provocati a Napoli dai sostenitori dell’Eintracht Francoforte, escono fuori nuovi preoccupanti retroscena sul caso dello striscione dei Fedayn. Dopo diverse indagini si è scoperto chi ha assaltato fuori dall’Olimpico il gruppo organizzato della Roma e l’episodio si intreccia con la guerra in Ucraina.

Roma, il retroscena su furto della striscione dei Fedayn
Roma, chi c’è dietro al furto dello striscione dei Fedayn (TvPlay.it)

L’Italia sta diventando teatro di alcune situazioni pericolose che non hanno nulla a che vedere col calcio. Lo scorso 4 febbraio ha generato timore l’assalto ultrà allo storico gruppo giallorosso dei Fedayn. Nello specifico dopo la partita contro l’Empoli si sono verificati degli incidenti fuori dallo stadio e i retroscena sono davvero allarmanti.

Roma, chi c’è dietro al furto dello striscione dei Fedayn

A distanza di qualche giorno dall’aggressione hanno fatto scalpore le immagini arrivate dalla Serbia. Durante una partita della Stella Rossa di Belgrado è stato bruciato in curva proprio lo striscione rubato ai Fedayn. Una chiara rivendicazione che alcuni sostengono sia legata agli scontri in autostrada tra i tifosi della Roma e del Napoli, “gemellati” a quelli serbi, anche se l’ipotesi non convince del tutto.

Roma, intrecci pericoli col tifo violento
Roma, l’allarmante scoperto sul furto dello striscione (TvPlay.it)

Oltre alle possibili motivazioni, le piste percorse dalla Digos italiana hanno portato alla luce gli autori di questo barbaro gesto. Secondo gli inquirenti nel furto dello striscione avrebbero partecipato alcuni componenti della Wagner (un gruppo di mercenari serbi che sta combattendo anche in Ucraina al fianco della Russia).

Come riportato dal “Messaggero”, quest’ultimi si sarebbero presi una licenza dal campo di battaglia per volare in Italia come conferma l’acquisto di cinque biglietti aerei da un’agenzia di viaggi del Donbass. I nomi riportati corrispondono a quelli degli alberghi di Milano e Bologna dove hanno soggiornato gli ultrà della Stella Rossa Belgrado arrivati nel nostro paese per assistere alle partite di basket.

Un’occasione per regolare i conti in sospeso con i tifosi della Roma, attaccati vilmente nella capitale dove hanno fatto tappa una cinquantina di queste persone. Un’attacco, come in una vera azione paramilitare, con l’utilizzo di mazze, sassi e manganelli con l’obiettivo di rubare le sacche contenenti gli stendardi e lo striscione dello storico gruppo ultrà della Curva Sud giallorossa.

Tra l’altro l’agguato sarebbe stato premeditato con un sopralluogo precedente all’Olimpico del 1 febbraio, il giorno del match tra Roma e Cremonese di Coppa Italia. Insomma un’azione studiata e calcolata da veri criminali che stanno usando il calcio come pretesto per farsi giustizia secondo retaggi storici e nazionalisti sempre più inquietanti.

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