Pellegrini sta attraversando un periodo altalenante: il centrocampista della Roma alterna prestazioni convincenti a partite sottotono.
Lorenzo Pellegrini, caschetto d’oro. Non c’entra Caterina Caselli: è piuttosto l’unica prevenzione possibile dopo i 30 punti di sutura rimediati di recente. La lista degli infortuni si allunga, il capitano della Roma non è assistito dalla buona sorte quest’anno. Affidare tutto alla casualità è semplice, ma a volte l’unica soluzione possibile di fronte alle avversità. L’ex Sassuolo ne conosce un’altra: lavorare. Sforzarsi e macinare a testa bassa, malgrado tutto.
Allora niente sembra perduto. Quest’anno ha fatto così anche quando si è trattato di fare i conti con quel flessore della coscia destra che continua a fare i capricci. Prima quello, poi la testa, sempre sulle spalle una squadra. La Roma, per cui darebbe tutto e continua a farlo. Malgrado le critiche. Il primo a entrare e l’ultimo a uscire dal campo: giocare imbottito di anti-dolorifici. Normale amministrazione per uno che ha coniugato dovere e passione.
La squadra non sarà mai un peso per Lorenzo: semmai lui si preoccupa del contrario. Ovvero che possa essere un peso per la squadra. Mourinho gli ha fatto capire che non è così: prima con le parole, poi con i fatti. Schierandolo sempre, persino quando avrebbe fatto meglio a riposare. Ora, però, è finito il tempo delle mezze misure. Si sta riguardando perbene. Gioca a volto coperto dal caschetto per evitare brutte sorprese e prevenire, che da sempre è meglio che curare.
Ad esser meglio, però, è anche Pellegrini in campo. Settebello anche quando si alza con il piede sbagliato: un errore che in campo non commette mai. Dice: “Sono deluso dalla mia stagione”. La voglia di riscatto c’è, così come non mancano le opportunità. Neanche a dirlo si riparte dalla Real Sociedad – ritorno da amministrare – e poi il Derby: l’anno scorso segnò su punizione uno splendido gol. La stracittadina lo accende. La speranza dei tifosi è che possa farlo ancora, perchè Lorenzo non è finito. Nè tantomeno è finita la sua stagione che (ri)comincia proprio adesso. Con il casco in testa che somiglia a un elmetto, altrimenti che gladiatore sarebbe. Visto che a Roma, nonostante tutto, è meglio ripartire dai fondamentali.
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