La FIFA ha modificato il regolamento per il mondo dei procuratori: le nuove norme che stanno facendo discutere gli agenti.
C’aria di rivoluzione nel mondo dei procuratori che dovranno seguire nuove regole e non mancano le polemiche. Negli ultimi anni si è discusso a lungo sul potere che hanno preso gli agenti nel calcio e, per limitare il loro raggio d’azione, è intervenuta la FIFA. Le norme però, in vigore dal prossimo ottobre, non stanno piacendo ai diretti interessati che hanno già presentato ricorsi.
Dal prossimo mercato di gennaio 2024 potremmo assistere a un cambiamento epocale. Il presidente della FIFA Gianni Infantino ha deliberato un testo che regola il ruolo degli agenti. Recentemente si è parlato a lungo del giro d’affari sempre più ampio delle commissioni nei trasferimenti dei giocatori che pesano sulle casse dei vari club.
Secondo un report dell’organo mondiale, nell’anno solare 2022 le società hanno pagato agli intermediari ben 622, 8 milioni di compensi con una crescita del 24% rispetto al 2021. Una cifra smisurata che tra l’altro riguardo soltanto i trasferimenti internazionali, ovvero quelli tracciati dal TMS. Insomma una tendenza a cui bisognava mettere un freno, in arrivo con nuovi paletti e parametri più stringenti.
FIFA, freno alle commissioni: cosa cambia per i procuratori
La FIFA ha finalmente preso delle contromisure per quanto riguarda il lavoro degli agenti del calcio. Nello specifico i due cambiamenti principali sono l’inserimento di un esame obbligatorio, tolto da Sepp Blatter nel 2015, e un tetto alle commissioni. Il regolamento però sulla carta non vale per i trasferimenti nazionali che sarà ancora di competenza delle singole federazioni.
L’organo mondiale però ha invitato quest’ultime, a partire dal 30 settembre, a recepire queste normative e stilare un proprio testo che tenga conto di queste modifiche. Come riportato dal “Corriere dello Sport” è curioso capire i nuovi meccanismi che ci saranno per quanto riguarda le commissioni. Nello specifico un singolo agente può avere un mandato dal giocatore, dal club o entrambi.
In base a questo cambia la percentuale di guadagno sulla singola operazione. Sull’ingaggio del calciatore l’intermediario può richiedere al massimo il 3% di commissioni al suo assistito, la stessa aliquota che c’è per chi ha il mandato del club che acquista. Il discorso è diverso quando si rappresenta il club che vende perché in questo caso il tetto è del 10% sul prezzo del cartellino. Poi c’è il doppio mandato, la “combo” calciatore-acquirente, l’unica possibile, che fa salire il compenso a un totale del 6%.
Per esempio, con questi parametri, rappresentare contemporaneamente Pogba e la Juventus che l’ha ingaggiato a 8 milioni di euro netti a stagione frutterebbe una commissione di 480mila euro. Invece aiutare a piazzare De Ketelaere dal Club Brugge al Milan per 30 milioni di euro legittimerebbe una parcella pari a 3 milioni di euro.