Guardiola e la Champions, il retroscena con il Manchester City: c’è lo zampino del Real

Guardiola e l’ossessione della Champions. Un obiettivo che con il City deve cercare di raggiungere: il retroscena lo conferma.

Pep Guardiola non è un allenatore come gli altri. Non solo per via del palmares. Il tecnico spagnolo dovunque è andato ha vinto: non è importante cosa, ma come. È riuscito a plasmare il gioco delle squadre pur essendo – di volta in volta – realtà diverse. Un catalizzatore di energia. Tutto dentro un modulo che al Barcellona coincideva con il tikitaka, a Monaco con la solidità e al City con la compattezza. Non solo gol, dunque, ma anche idee. Chiarissime. Grinta da vendere: dentro e fuori gli spogliatoi l’atmosfera da resa dei conti.

Pep Guardiola
Pep Guardiola, allenatore del Manchester City (TvPlay.it)

Poi la parola come segno distintivo: il valore delle promesse e la sincerità quasi fastidiosa. È schietto, Guardiola, con tutti. Anche se questo comporta dei retroscena non sempre facilissimi da digerire. Uno è quello riguardante la pressione della Champions League: da quando allena i Blaugrana è sempre al centro di numerose polemiche su come e quando riuscirà a vincerla. Al Manchester City questa tendenza non ha fatto eccezione: i Citizens l’hanno praticamente braccato sull’argomento.

Guardiola, il retroscena da Champions: cos’è successo al City

Oggetto di ciascuna conferenza stampa, l’ultima non ha fatto eccezione. Il punto è che per Guardiola la Champions non è un sogno ma qualcosa da raggiungere con tempo e pazienza. In Inghilterra l’attesa spasmodica non si controlla, allora Pep tira fuori un aneddoto particolare che conferma questa voglia crescente di successo in Europa: “Quando sono arrivato qui – racconta – la prima cosa che mi hanno chiesto è di vincere la Champions. Io ho detto che è un traguardo che si ottiene con il tempo, ma accettavo la sfida”.

Pep Guardiola
L’allenatore del Manchester City e le aspettative Champions (ANSA)

“Non importa quanto tempo passi, mi giudicheranno sempre su questo, ma noi non siamo il Real Madrid”. Ora c’è chi ha preso queste parole come uno stimolo e chi come un affronto. Il City non è il Real, quindi niente Champions. Dietro, però, c’è molto di più: in primis la volontà dell’ex tecnico dei catalani di parlare senza peli sulla lingua. Ha già detto che se si sentirà tradito lascerà il club: precisazione in merito alle voci riguardanti il Fair Play Finanziario non rispettato.

Guardiola è trasparente, così come le proprie ambizioni. Vuole vincere, ma correttamente: ecco quel “Non siamo mica il Real Madrid” cosa significa. Che costruire qualcosa è possibile, ma non da un momento all’altro. C’è anche chi ci ha visto una stoccata per il futuro, ma il cambio di casacca sarebbe troppo persino per i più cinici. Il resto lo scopriremo solo vivendo, anzi – nel caso di Guardiola – solo allenando.

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