Juve sempre più ancorata all’inchiesta Prima e a quei 15 punti che le consentirebbero di dare un senso alla sua stagione.
Non è certamente un momento semplice per la Juventus. Prima gli infortuni, poi le problematiche tattiche, poi l’uscita anticipata dalla Champions League e dulcis in fundo, la penalizzazione per l’inchiesta Prisma. Un insieme di problematiche serie che hanno inciso parecchio sull’andamento stagionale della squadra di Massimiliano Allegri che, nonostante tutto, sta cercando comunque di dare un senso alla sua stagione.
Una volta battuto il Friburgo in casa, la Juventus ha un duplice compito: pensare all’inchiesta e andare avanti in campionato. Se a quest’ultimo ci penseranno Allegri e i giocatori, al primo toccherà agli avvocati dei bianconeri. La speranza resta sempre la famosa carta segreta da restituire.
Juve, la carta segreta
Ebbene sì, quella famosa carta a cui ci si appella tanto, nella speranza che così si possa riottenere i 15 punti. In verità, secondo anche quanto viene riportato dall’edizione odierna del ‘Corriere dello Sport’, quella carta che non fu data dal procuratore Chiné ai difensori di Cherubini e Paratici, non è altro che una relazione dove non si andava altro che a confermare i presunti dubbi sui bilanci della Juventus.
Inoltre, in termini di legge, la Procura avrebbe rispettato i tempi per presentare la documentazione agli avvocati. Sorge però spontanea la domanda: se tale carta non servirebbe alla difesa per ribaltare il verdetto iniziale, perché pretenderla? Perché fare richiesta al TAR per averla? Perché iniziare una sorta di diatriba e innescare una serie di dubbi, quando in realtà tale documento non potrebbe mai aiutare i bianconeri in tale inchiesta? Dunque, a quanto pare, quel che poteva essere l’asso nella mano di Paratici e Cherubini, è solamente un due di picche che rischia di ritorcervi contro ancora di più.