Frattesi affronta la “sua” Roma in campionato: il suo vecchio allenatore Pasquale Marino ci racconta chi è Davide e com’è cresciuto in questi anni.
Cresciuto nel settore giovanile della Lazio per diversi anni, poi il passaggio alla Roma e la cessione al Sassuolo in cambio di Defrel. Un’operazione che oggi sembrerebbe pura follia. Il club giallorosso aveva un talento importante all’interno del suo vivaio, ma Davide Frattesi è riuscito a maturare con i tempi giusti altrove, lontano dalla Capitale e dai riflettori. Il sogno nel cassetto, però, quasi lo tormenta.
In diverse occasioni, il giovane centrocampista neroverde e della Nazionale è stato ad un passo dal vestire la maglia giallorossa. Soprattutto nella passata estate, quando già il suo amico Scamacca era in rotta per Londra, l’agente aveva praticamente chiuso il suo trasferimento alla Roma, ma tutto saltò per un paio di milioni. E ora, domenica 12 marzo, un nuovo incontro da avversari.
Il classe 1999 ha avuto la possibilità di giocare in diverse realtà, prima di stabilirsi definitivamente al Sassuolo. Infatti, ha giocato prima all’Ascoli, poi all’Empoli e infine al Monza, sfiorando il sogno promozione con il club di Berlusconi. E proprio con l’Empoli ha avuto modo di conoscere Pasquale Marino, tra l’altro ex mister dell’Udinese. Noi di TvPlay abbiamo intervistato l’allenatore per farci raccontare chi è davvero Davide Frattesi.
Frattesi e il sogno Roma, Marino non ha dubbi: “Ora è maturo per una grande società di Serie A. E in allenamento…”
Quanto lo vede cresciuto da quando l’ha avuto all’Empoli ad oggi?
E’ cresciuto tantissimo sicuramente, ha fatto buone esperienza all’Empoli, poi al Monza. Ora si trova in Serie A con il Sassuolo e sta facendo cose egregie. Sicuramente ormai ha raggiunto una certa maturità ed è pronto per un grosso club. Stando a quello che si legge, sembra essere la Roma…
Già con lei all’Empoli aveva voglia di indossare la maglia della Roma?
Sicuramente sì, perché ci tiene molto. Però non lo esternava perché sapeva che doveva fare dei passi importanti in avanti per ambire ad una grossa società di Serie A. Sotto questo punto di vista adesso è maturo, perché ha fatto esperienza ed è un giocatore importante: ha inserimento, sa attaccare bene gli spazi, ha il gol nel sangue. E’ un calciatore ormai completo. Ha grande corsa e ha anche un bel tiro. Quando lo allenavo ha fatto diversi gol.
Cosa le piaceva di Davide in allenamento e cosa lo differenziava dagli altri?
Mi piaceva che in allenamento non mollasse mai, affrontava le sedute come se fossero partite ufficiali e non si tirava mai indietro. Dava sempre il massimo. Tutto quello che si fa in settimana, si mette in campo in partita. Lui era uno di quelli che spingeva al massimo ad ogni allenamento per arrivare bene ad ogni gara.
Sembra che il suo atteggiamento non sia cambiato…
Assolutamente no, si vede dal piglio che ha in partita, per la sua tenacia, la sua voglia di vincere. Lotta su ogni pallone ed è una caratteristica che sia in allenamento che in partita ha sempre avuto.
