Dal “capro espiatorio” del sistema calcio ai diritti televisivi: l’agente dei calciatori, Valerio Giuffrida, risponde per le rime a De Laurentiis
Se c’è una figura del mondo del calcio che il Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per usare un eufemismo, non digerisce, è quella dell’agente dei calciatori. Agli occhi del patron partenopeo assumono le sembianze delle sanguisughe pronte a “succhiare il sangue alle società” con le loro continue richieste di adeguamenti economici al rialzo anche a breve distanza di tempo dalla sottoscrizione di un contratto.
Non avendo peli sulla lingua e parlando a ruota libera, spesso i procuratori dei calciatori sono il bersaglio preferito del produttore cinematografico nei suoi interventi pubblici contribuendo in tal modo a rinforzare quel luogo comune che dipinge i procuratori come il male del sistema calcio.
Ora però uno dei più importanti rappresentanti della categoria, Valerio Giuffrida, che insieme al fratello Gabriele è a capo dell’agenzia “GG11”, intervistato dal quotidiano “Tuttosport”, replica punto su punto a De Laurentiis come in una sorta di dialogo a distanza
Innanzitutto, da ex commercialista, professione che esercitava prima di imbarcarsi per, Giuffrida, numeri alla mano, respinge al mittente il principale capo d’imputazione che viene mosso al mondo degli agenti dei calciatori, cioè quello secondo il quale le commissioni pagate ai procuratori drenano le risorse in quanto “escono dal sistema”: “Il valore complessivo dei ricavi delle società di Serie A nel 2021 è pari a 2.654.000.000 di euro; il totale dei costi pari a euro 3.933.700 mentre le commissioni sottoscritte sono pari a euro 174.000.000 e quindi rappresentano poco più del 4% dei costi“.
Insomma, Giuffrida, nella cui scuderia sono presenti cavalli di razza come Miranchuk e Sanabria del Torino e il tecnico del Milan Stefano Pioli, non ci sta, come sottolinea, a far passare la figura dell’agente dei calciatori come il “capro espiatorio” di un sistema che fa acqua da tutte le parti.
Infatti, per Giuffrida addebitare tutta la responsabilità della crisi in cui versa il calcio italiano non permette di mettere a fuoco le vere cause alla base dello sfacelo del calcio italiano. L’agente, infatti, retoricamente si chiese se sia colpa degli agenti, che non gestiscono né i club né la Federazione e la Laga Serie A, “se nel 2022 la Serie A ha ricavi da diritti televisivi pari a poco più a 900 milioni mentre la Premier ne realizza 3 miliardi, se tutti i giocatori importanti ambiscono a giocare in Premier, se gli stadi italiani, tranne poche virtuose eccezioni, assomigliano a dei rustici di campagna“. Fischieranno le orecchie a tutti i Presidenti tranne a De Laurentiis visto che Giuffida ha messo il dito in quelle piaghe del calcio italiano contro cui da sempre tuona il patron azzurro.
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