Serie A, svolta nel contrasto alla pirateria: ecco come cambia la lotta allo streaming illegale, al “pezzotto” che strozza il calcio e aiuta le mafie
Il calcio, parafrasando il titolo di una hit di Jovanotti, è lo spettacolo (televisivo) più bello dopo il Big Bang. Ovvio che tutti vogliano vederlo anche coloro che non sono disposti a pagare l’abbonamento mensile ai broadcaster che ne detengono i diritti di trasmissione.
D’altronde, in un Paese come il nostro il cui tessuto sociale ed economico è infiltrato, e di conseguenza inquinato, dalle “mafie” anche la pirateria online del calcio rientra nel business illegale delle organizzazioni criminali. D’altronde, “piatto ricco mi ci ficco”: infatti, secondo il quotidiano “La Repubblica”, sono quasi 5 milioni gli italiani che non guardano la Serie A tramite Dazn o Sky, i legittimi broadcaster del campionato, ma grazie al famigerato “pezzotto” che sfrutta il sistema delle IPTV illegali: decoder, il cui prezzo varia dai 20 ai 400 euro, di per sé assolutamente legali ma che in questo caso vengono utilizzati per godere indebitamente dello spettacolo preferito dagli italiani.
Serie A, svolta contro la pirateria: siti oscurati in 30 minuti
Ma ora la pacchia per i “pirati del pezzotto” sta per finire. Come reso noto da Massimiliano Capitanio, ex parlamentare e attualmente componente dell’AgCom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, è stato messo a consultazione pubblica una bozza di regolamento che consentirà tempestivamente, anzi, in tempo reale di “spegnere” i siti pirata: “Potremo ordinare ai fornitori di connessione Internet di disabilitare l‘accesso ai siti pirata entro i primi 30 minuti della partita. L’oscuramento ha senso se è veloce, tempestivo. Lo dicono anche le risoluzioni dell’Ue“, ha precisato Capitanio nel corso dell’intervista concessa all’edizione in edicola oggi de “La Repubblica”.
Un bel passo in avanti, una vera e propria svolta rispetto al tempo, pochi giorni dal recepimento della relativa istanza, che attualmente occorre per inibire l’accesso a un sito pirata. Ma non è tutto. Anche il Parlamento darà il suo importante contributo nel contrasto alle mafie della pirateria: il 20 marzo è calendarizzata alla Camera dei Deputati la proposta di legge che dovrebbe introdurre nel codice penale il reato di camcording: “La legge perseguirà le persone che entrano in un cinema e con telecamere sofisticate rubano il film per poi venderlo illegalmente. Proteggeremo, con il calcio, opere come film, fiction, concerti“.
Una battaglia, quella contro le mafie del pezzotto, che non è solo repressiva ma giocoforza anche culturale, cioè la sensibilizzazione dei potenziali utenti a non acquistare il pezzotto dal momento che, oltre a commettere un reato, con il loro abbonamento illegale foraggiano le mafie: “Ci toglie 1.7 miliardi l’anno di Pil e 10 mila posti di lavoro“.