Fabrizio Ravanelli: “Pro Allegri. Juve-Champions, si può. Vlahovic non si tocca”

La situazione della Juve attuale a 360°, dalla penalizzazione al digiuno di Vlahovic, con l’ex-bomber bianconero Fabrizio Ravanelli.

La Juventus sta attraversando un momento molto particolare, dalla partenza problematica alla ripresa, passando per la penalizzazione e le rilanciate ambizioni della stagione in corso; nell’attesa delle prossime sentenze. Ne abbiamo parlato con un grande bomber bianconero del passato, l’ultimo ad aver alzato (insieme a Gianluca Vialli) la Champions League con la maglia della Juve: Fabrizio Ravanelli.

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Fabrizio Ravanelli intervistato per TvPlay.it (Tvplay)

Cosa ne pensa della stagione della Juventus fino a questo momento?

Dal punto di vista sportivo sta facendo una buona stagione e gli obiettivi sono tutti in ballo. Da qui in avanti quindi ci si aspetta una Juventus che possa arrivare al traguardo sia in Coppa Italia, che in Europa League e anche per la corsa Champions. Nonostante tutto sono fiducioso che la squadra possa arrivare tra le prime 4 anche se ha avuto i 15 punti di penalizzazione.

Spesso si dice che i calciatori debbano pensare solo a giocare, ma con tutto quello che sta accadendo attorno alla Juventus pensa sia facile per i bianconeri in questo momento?

Facile no. Però credo che aldilà di tutto debbano rispettare il loro contratto perché sono pagati e devono giocare alla grande come hanno sempre fatto e sono sicuro faranno fino alla fine.

Realisticamente parlando però cosa può scattare nella testa di un giocatore in una situazione come questa?

Perdere motivazione, ma penso non sia logico per nessuno quando fai parte di una squadra come la Juve, un club tra i più importanti al mondo, dove chiunque vorrebbe giocare. Quindi aldilà di tutto il giocatore deve fare sempre il massimo e trovare le energie e le motivazione per dimostrare la propria grandezza, perché non tutti hanno la possibilità di rappresentare la Juventus e indossare quella maglia.

Che Juve ha visto nel match contro la Roma?

Una buona Juventus, che non ha meritato assolutamente la sconfitta con un mezzo tiro in porta di un difensore. Poi 3 pali, gol sbagliati e situazioni non concretizzate hanno portato ad una sconfitta immeritata.

Si parla però spesso del gioco di Allegri con accezione negativa perché troppo poco volto all’attacco, secondo lei alla fine della stagione la dirigenza dovrebbe pensare di guardarsi intorno oppure confermarlo?

Non mi ritengo all’altezza per dare questo giudizio. Essendo stato calciatore e calciatore della Juventus non credo sia carino dire “Allegri sì” o “Allegri no”. Per Allegri parlano i risultati, ha vinto 5 Scudetti, raggiunto 2 finali di Champions League, vinto 3 Coppe Italia, credo che il suo curriculum parli chiaro. E’ un uomo vincente, ha avuto qualche difficoltà a inizio anno e queste difficoltà le hanno pagate. Poi sono venute fuori alla distanza le problematiche della società, ma la squadra ha reagito. Hanno totalizzato 52 punti, sarebbero 50 ma con quei 2 punti tolti contro la Salernitana la squadra avrebbe fatto 52 punti. Avrebbe potuto fare meglio, ma nel complesso possiamo dire che in quest’annata la Juventus ha sbagliato solo in Champions League, anche se poi vedremo che alla fine il Benfica potrebbe arrivare in fondo a questa competizione.

Fabrizio Ravanelli sugli attaccanti della Juve, da Vlahovic a Kean

Per quanto riguarda Vlahovic invece, da cosa può dipendere il suo momento di crisi?

Credo che il ragazzo sia un po’ in confusione. Come succede a tanti attaccanti sta attraversando un momento non positivo. Deve ritrovare quella tranquillità e serenità che è nel dna dei grandi campioni. Inoltre bisogna anche capire che quando qualcuno gioca in un grande club è normale che possa subire critiche. Giocare alla Juve è diverso dal giocare per la Fiorentina.

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Fabrizio Ravanelli, ex-attaccante della Juventus. (ansa/tvplay)

Può dipendere anche da una questione tattica?

Non penso perché anche domenica con la Roma sono arrivate una decina di cross e palle in area per fare gol. La Juventus ha attaccato e creato, quindi credo che aldilà di tutto sia un suo momento personale. E’ logico che quando fai parte di una squadra con una tipologia di gioco che ti porta ad avere più occasioni è facile. Però credo che giocando nella Juve tu possa avere occasioni nel momento in cui giochi con gente come Di Maria o Chiesa che mettono in continuazione grandi cross.

L’espulsione di Kean invece può essere un campanello d’allarme su uno stato di nervosismo diffuso o un caso isolato?

E’ un ragazzo che non ha mai avuto reazioni del genere. Ha sbagliato, ma non penso di poter essere io avendo a mia volta giocato, a dargli addosso. Deve cercare di controllarsi, è giovane, l’importante è capire l’errore e non ripeterlo.

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