Kvaratskhelia non ci sta. Il campione non si tira mai indietro, soprattutto quando bisogna schierarsi. Non solo in campo.
Napoli e il fattore K. Kvaratskhelia è la variabile dipendente fra i partenopei e i sogni che stanno vivendo. Un uomo che ha preso in mano una città a colpi di classe e professionalità. In barba a chi non ci credeva, con il plauso di chi invece sperava di assistere a qualcosa di unico. Il georgiano lo è: quel nome impronunciabile per molti è diventato consuetudine e un piacevole diversivo alla monotonia.
Dalle sue parti – in Georgia, con particolare attenzione a Tiblisi – è poesia. Non solo grazie a quello che fa in Italia, ma anche per via dell’influenza mediatica che suscita. Citando Peter Parker, che non è georgiano ma internazionale, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. L’uomo non si tira indietro, Kvara infatti approfitta del suo momento d’oro per parlare anche di temi importanti: manifestazioni di piazza, in queste ore, stanno popolando la Georgia perché c’è la possibilità che possa uscire dall’Unione Europea.
Napoli, Kvaratskhelia con il cuore in Georgia: il messaggio per la patria
Una sorta di Brexit post litteram che prende le mosse da un excursus russo che non piace agli oppositori. La situazione non è semplice: Kvaradona, come lo chiamano a Napoli, con il cuore è in patria. Lo dimostra su Twitter: un unico, fondamentale, cinguettio. “Il futuro della Georgia è in Europa”. Chiaro, semplice, diretto. Proprio come con la palla tra i piedi: normalmente gli avversari capiscono poco se amministra il gioco lui, ma stavolta il messaggio è arrivato senza fronzoli.
Ventuno anni e il mondo ai suoi piedi. Ma tra il credersi grandi ed esserlo ci passa il coraggio di posizionarsi nella storia.
Il coraggio che #Kvaratskhelia mostra in campo è solo una protesi di un’anima forgiata a fuoco che non lascia spazio all’indifferenza.
Estro e Carisma. pic.twitter.com/2BLRc7WOu3
— Aurelione Uocchie ‘e Birbante (@PolliceAzzurro) March 7, 2023
Poco spazio alla fantasia, largo alla concretezza. Kvaratskhelia si schiera e non è il primo calciatore che entra – per usare un termine tecnico – a gamba tesa nella politica. Prendere posizione è importante non solo nel calcio: decidere da che parte stare può agevolare gli schemi oppure farli saltare. Dipende da che punto si guarda il mondo che sicuramente non finisce dentro un pallone a spicchi.