Lorenzo Casini ha spiegato il curioso paragone che rischia di esserci tra la Serie A e la Formula 1: qual è il problema del calcio italiano.
Il calcio italiano sta attraversando una fase di crisi dal punto di vista economico ma non solo. Nonostante i risultati delle squadre della Serie A siano soddisfacenti in Europa è tempo di fare una riflessione profonda su diversi aspetti. E’ l’allarme lanciato da Lorenzo Casini, presidente di Lega, che ha spiegato un curioso tanto preoccupante paragone tra il mondo del pallone e quello della Formula 1.
Il mondo del calcio continua a innovarsi ma forse è arrivato il tempo di una grossa rivoluzione. Nonostante i piccoli accorgimenti messi in pratica da FIFA e UEFA, l’ultimo l’introduzione della moviola in campo (la VAR), ci sono ancora molti margini di miglioramento. Secondo Lorenzo Casini bisogna fare dei passi in avanti per non rischiare di peggiorare sempre di più l’attuale situazione.
A livello regolamentare ci sono ancora dei temi controversi oggetti di forte discussione. Come per esempio le perdite di tempo che condizionano fortemente le partite e rendono il gioco meno rapido promuovendo anche un comportamento antisportivo. Uno scenario che inizia a vedersi fin dai primi calci: “E’ diventato un problema cronico addirittura nei bambini. Nelle scuole calcio imitano quello che vedono in televisione ed è assolutamente un messaggio da correggere”, le parole di Casini.
Il corso “Giuridicità delle regole del calcio”, presentato da Aurelio De Laurentiis all’Università Vanvitelli di Caserta, è stata l’occasione per fare luce sul momento storico del calcio l’italiano. Alla presenza di Gabriele Gravina, presidente della FIGC, e Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, sono usciti fuori argomenti su cui bisognerà riflettere al più presto.
Oltre al problema delle troppe perdite di tempo, il segnale più negativo degli ultimi tempi è il fatto che la Serie A, andando avanti in questa maniera, rischi di perdere sempre più appassionati. Per usare un confronto sportivo Casini ha parlato di “sindrome della Formula 1” che effettivamente rispetto agli anni passati ha perso molto pubblico per una perdita della spettacolarità.
Insomma un fatto che va evitato a tutti i costi con l’introduzione di nuove norme a livello regolamentare: “Siamo in un momento di trasformazione, siamo arrivati a un punto in cui tutti, anche gli stessi tifosi devono ragionare su come migliorare il gioco e il modo in cui viene percepito questo sport”.
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