E’ stato a capo del rovesciamento della visione del calcio italiano. Maurizio Sarri è il Masaniello del pallone secondo Spalletti: ecco perché.
L’ennesima conferenza stampa di Luciano Spalletti ha lasciato diverse chiavi di lettura molto interessanti su cui riflettere. Il tecnico del Napoli ha infatti parlato alla vigilia del match contro la Lazio, in programma domani sera dallo stadio Diego Armando Maradona. Sarà l’anticipo della 25esima giornata, che rivedrà anche il ritorno di Maurizio Sarri nella città che l’ha consacrato al grande calcio.
Tre stagioni che hanno lasciato il segno nella memoria dei napoletani, tornati dopo tantissimi anni a giocarsi lo scudetto con la Juventus. L’allenatore toscano ha infatti dato un’impronta totalmente nuova al nostro calcio. Forse per la prima volta in Italia, una squadra che ha fatto del possesso palla il suo marchio di fabbrica è andata vicina a vincere il campionato.
E’ infatti convinzione diffusa che in Serie A vinca di solito la formazione più concreta. Non serve giocare bene o proporre chissà quale idea di calcio, ma chi ha più consistenza alla fine trionfa. Sarri ha provato a ribaltare questa radicata teoria che oramai aleggia nel nostro paese da tantissimi anni.
Sarri, il Masaniello del calcio
Possiamo dire che sia un vero e proprio tratto distintivo del nostro calcio. Per scardinare questa certezza, Maurizio Sarri ha voluto fare le veci del rivoluzionario, o più in gergo del “Masaniello”. Per spiegare in poche parole a cosa fa riferimento questo termine bisogna risalire a metà del 1600 quando la popolazione napoletana insorse contro la pressione fiscale stabilita dal governo vicereale spagnolo del Regno di Napoli.
Proprio Luciano Spalletti ha voluto paragonare Sarri ad un “Masaniello del calcio”. Nella conferenza stampa odierna il tecnico di Certaldo ha come sempre dato spettacolo, facendo divertire i giornalisti e non solo. “Sarri è stato un Masaniello dal punto di vista calcistico, capopopolo di una rivolta di un modo di vedere il calcio. Io quando ero a casa sceglievo sempre di vedere il Napoli e lo applaudivo”, ha riferito l’allenatore dei partenopei.
Come già detto, Maurizio Sarri oltre ad essere amatissimo a Napoli è ancora considerato un vero e proprio rivoluzionario. Una ferma guida di una squadra del sud, lontana dai soliti riflettori della triade di big composta da Juventus, Inter e Milan e per poco vincitore di un campionato, scardinando i radicati concetti del calcio italiano. Possesso palla, dominio del gioco e divertimento sopra al catenaccio, al giocare sporco per far giocare male gli avversari e al baricentro bassissimo. Due mondi completamente diversi: nord contro sud, spregiudicatezza contro concretezza, svago contro risultato a tutti i costi.
Il Napoli di Maurizio Sarri negli ultimi anni ha guidato una nuova rivolta che ha aperto a percorsi inesplorati per la Serie A. Ecco perché il paragone di Spalletti riguardo il collega è più che mai azzeccato e frutto dell’ennesima grande lucidità mentale dell’allenatore partenopeo. Sarri ha aperto la finestra per una ventata di aria freschissima di cui aveva bisogno il nostro paese: vittorie o no, questo aspetto nessuno potrà mai metterlo in discussione.