Inter, nello spogliatoio manca un leader? La verità in diretta TV. I nerazzurri a volte sembrano svuotati e senza stimoli, come al Dall’Ara
La sconfitta contro il Bologna ha scatenato una sorta di processo mediatico nei confronti dell’Inter di Simone Inzaghi. Un ko in effetti molto pesante che ha consentito l’aggancio al secondo posto al Milan di Stefano Pioli e messo la parola fine alle residue, già modeste chance di rimonta scudetto sull’imprendibile Napoli di Luciano Spalletti. Nonostante Lautaro e compagni siano in corsa su tutti i fronti, il campionato dei vice campioni d’Italia può considerarsi finora deludente da molti punti di vista.
Sette sconfitte, cinque delle quali subite in trasferta sono inaccettabili in relazione agli obiettivi e alla qualità della rosa nerazzurra. Lo stesso amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta ha inviato un messaggio fin troppo esplicito al tecnico da lui scelto un anno e mezzo fa per sostituire Antonio Conte. “Inzaghi finora ha fatto abbastanza bene, ma può e deve fare molto di più“. In sintesi, una squadra come l’Inter non può perdere contro squadre di medio bassa classifica con questa inquietante frequenza.
Inter, nello spogliatoio non c’è un leader? La verità in diretta di un grande ex
Per affrontare le tematiche relative ai problemi incontrati dai nerazzurri in questa stagione nel corso della diretta di calciomercato.it ai microfoni di TvPlay è intervenuto l’ex terzino brasiliano Cesar, che in Serie A ha indossato le maglie di Lazio e Inter. “La squadra di Inzaghi l’anno scorso ha regalato lo scudetto al Milan, anche se i rossoneri sono stati bravi a crederci fino alla fine. ha fatto bene“.
Prosegue poi nei dettagli l’analisi di Cesar sui difetti della squadra nerazzurra: “L’Inter non è riuscita a mantenere il vantaggio che aveva perdendo partite non con grandi squadre, ma come l’altro giorno con il Bologna. E’ quello talvolta il problema di questa squadra, batte il Porto e poi fa una partita come quella di Bologna, è un problema di approccio”. E forse è anche una carenza di leader riconoscibili dal resto dello spogliatoio, secondo il brasiliano.
“Roberto Mancini, che ho avuto come allenatore, mi ha insegnato a non sottovalutare nessuno, poi ci si saluta e si valutano gli errori, ma solo dopo la partita. Giocatori come Nesta, Stam, Simeone, Stankovic e Mihajlovic le prime due volte non ti parlavano, alla terza volta in cui non ti approcciavi bene venivano da te e volava di tutto. E’ difficile accettare ora certe leggerezze”.