Mourinho è un grande comunicatore, per questo fanno molto più rumore i suoi silenzi: i segnali della crisi Roma.
José Mourinho come Celentano, ma Roma non è la Via Gluck. Rischia, semmai, di essere il viale del tramonto fra chi dice che può riscattarsi un’ultima volta e chi, invece, afferma che è bollito. In medio stat virtus: la verità sta nel mezzo, una vespa. La stessa che gli hanno lasciato appena arrivato a Roma in omaggio al murales che lo vede protagonista in città. Una Conference League in bacheca – trofeo che profuma di storia – ma l’epilogo è sempre lo stesso.
Nessuno sembra essere abbastanza contento, perchè in primis allo Special One manca una cosa che, finora, soltanto Capello ha avuto nella Capitale. E forse la prima Roma di Spalletti. La continuità: i giallorossi non ce l’hanno, fanno un passo avanti e due indietro. Terzo posto raggiunto, momentaneamente, ma percorso in Europa League compromesso. Senza contare l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Cremonese. In un ambiente tranquillo qualche caduta, anche rovinosa, sarebbe normale amministrazione.
Mourinho-Roma, la crisi non è un’utopia: i segnali di un (possibile) addio
A Roma diventa un caso e per ogni caso c’è un processo: sul banco degli imputati – i tifosi lo sanno – c’è proprio il tecnico di Setubal. Il quale, invece di calmare le acque, spara a zero: prima se la prende con le seconde linee, al punto da schierare il più delle volte un turnover senza capo né coda, poi arriva a prendersela addirittura con i tifosi. Fischiano troppo, dice, ma le cose non stanno come dice: parola della Curva Sud.
L’allenatore afferma: “A fine stagione dirò tante cose che non mi sono piaciute”. Una, nel frattempo, la precisa il pubblico che era all’Olimpico contro il Verona: la squadra – fa sapere la curva giallorossa – viene sempre supportata. Ci sono partite sold out da mesi. Anche per vedere prestazioni al di sotto degli standard. Per questo – e anche perché l’atteggiamento di domenica non era dovuto al rendimento della squadra, ma il tifo protestava per altro – Mourinho ha finito la rendita. “Non deve parlare di cose che non conosce”, si legge sugli account Instagram della curva giallorossa. Si è andati oltre. I tifosi stanno con il tecnico, ma determinate prese di posizione non le giustificano più.
Quello che Mourinho non dice
Anche per questo il tecnico mostra insofferenza: ufficialmente lavora a testa bassa, ma qualche stoccata la lancia. Segno che il clima, partendo dai tifosi per arrivare alla società, non è più quello di prima. Lo Special One crea frizioni a livello dialettico per far capire alla società che serve un segnale. Magari sul mercato, magari negli spogliatoi. Se questo segnale non dovesse arrivare, allora vuol dire che qualche colpa l’avrebbe l’allenatore. In maggior modo. Quindi non resterebbe che separarsi.
Mourinho è corteggiato dal PSG, altro fattore affatto trascurabile. Un divorzio con la Roma aprirebbe le porte di Parigi. Se prima lo scenario era utopico, ora è possibile: non scontato. Certo è che i tifosi continuano a stare dalla sua parte, ma l’atmosfera è più disincantata. Niente passa in secondo piano, a partire dalle parole. Che dovranno essere ponderate, in primis dal tecnico e poi dalla società. I tifosi a fare da raccordo: il termometro dell’amore che scalda i cuori e anche il mercato.