Napoli, Simeone e il tatuaggio sulla Champions: “Mio padre diceva…”

Giovanni Simeone ha raccontato un aneddoto sul suo tatuaggio della Champions League con tanto di parere di suo padre: ecco le sue parole.

E’ una stagione sicuramente positiva quella di Giovanni Simeone. Di fronte a lui probabilmente il centravanti più forte dell’attuale Serie A che segna a ripetizione e si sta dimostrando essere in una forma fisica straordinaria. Victor Osimhen è il pupillo di Luciano Spalletti e non si può fare di certo fatica a capirne i motivi.

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Giovanni Simeone, i numeri al Napoli sono molto positivi – TvPlay.it

Nonostante ciò, alle sue spalle, c’è un attaccante di razza come l’argentino. Arrivato dall’Hellas Verona in estate, Simeone non ha accumulato di certo il minutaggio sperato, ma ogni volta che è stato chiamato in causa si è fatto trovare pronto e ha segnato gol pesantissimi. Possiamo definirlo sicuramente come un gregario di lusso, oscurato soltanto dalla straordinaria parabola ascendente di Osimhen.

Se si dà infatti un’occhiata ai suoi numeri è evidente che l’attaccante classe ’95 stia disputando comunque un’ottima stagione. 8 gol in 19 partite tra campionato, Coppa Italia e Champions League. Una rete ogni 68 minuti e soprattutto alcuni gol veramente di grande importanza. Da quello del 2-1 contro la Roma passando per le quattro marcature messe a segno in Champions League. Il cammino vincente di questo Napoli passa anche dai gol del ‘Cholito’.

Simeone e il tatuaggio della Champions League

E’ oramai risaputo che Giovanni Simeone, oramai diversi anni fa, si sia tatuato il logo della Champions League come una sorta di buon auspicio in vista del futuro. Effettivamente il ‘Cholito’ è poi riuscito ad arrivare a calcare i campi del palcoscenisco europeo, togliendosi anche diverse soddisfazioni. In questa stagioni ha infatti segnato 4 gol in 5 partite nella massima competizione europea: niente male per un esordiente.

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Giovanni Simeone – TvPlay.it

“Non vedevo l’ora di giocare la Champions League, quindi ho voluto fissare il mio obiettivo sulla mia pelle come una specie di promessa. È stata una decisione improvvisa. Quando ci ho pensato mi sono detto: ‘Voglio farmi questo tatuaggio perché il giorno in cui arriverò lì, lo bacerò quando segnerò un gol’. L’ho detto a mia madre e lei mi ha dato il permesso, ma mio padre non voleva che lo facessi. Diceva che ero pazzo. Non credeva molto nei tatuaggi”.

Più che un tatuaggio Simeone ha voluto firmarsi sulla pelle l’obiettivo di una vita. “Quando mi allenavo, guardavo il mio tatuaggio e mi dicevo: ‘Allenati, dai il massimo perché il tuo obiettivo è arrivare lì’, e mi motivavo ancora di più. Era tutta una questione di motivazione e di avere un obiettivo, seguendo un sogno che non sapevo nemmeno se avrei mai potuto realizzare. Ho sempre saputo che dovevo lavorare duramente per realizzarlo”.

 

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