Mourinho cambia tutto e tutti: un uomo, una filosofia di vita. Il suo effetto sui giocatori si vede: parola di Gianluca Mancini.
Mourinho intorno ai suoi giocatori a fine partita. Sembra un film americano: “Ogni maledetta domenica” in portoghese, ma la vittoria giallorossa contro il Verona ha molto di più. Una risposta di carattere contro tutto e tutti, anche la sorte che si è accanita su Abraham – beffato da una botta all’occhio e prevede già la maschera – per lasciare spazio a Belotti che deve ritrovarsi.
Tante storie in una per questa Roma che può contare sui suoi senatori: Lorenzo Pellegrini e Gianluca Mancini, opposti ma così simili. Ossimoro che solo nello sport – in particolare nel calcio – è possibile: il difensore e il centrocampista hanno in comune di dare tutto per la maglia. Dovrebbero farlo tutti, ma loro due ci mettono qualcosa in più. Il merito è di Mourinho che ha saputo spronarli forse come nessuno prima: le parole al momento giusto. Le scelte in allenamento prima e in partita poi. Quelle stesse decisioni che hanno spinto il capitano giallorosso a giocare anche da infortunato.
Mancini crede in Mourinho: “Cos’è cambiato da quando sono a Roma”
Motivo per cui adesso riposa più degli altri. Non è un caso, però, se poi Mancini – sta bene fino a prova contraria – afferma a mezzo stampa che con Mourinho è cambiato tutto: “Riesce a entrarci nella testa”. Segno che le prestazioni hanno una componente psicofisica rilevante: quando va la testa, ingrana anche tutto il resto. Quello che, per aspetti diversi, non era andato con Zaniolo. Mentalità opposta: vedute diverse, inconciliabili.
Mourinho, invece, con Mancini e Pellegrini, per non parlare di Bove e Volpato, concilia e anche bene. La squadra ha ricominciato a dare le risposte che l’allenatore vuole. In settimana c’è anche il ritorno con il Salisburgo che dovrà servire a completare il mosaico di nuove certezze. Quel “qualcosa nella testa” dovrà essere anche in campo: ulteriore conferma che il lavoro si fa con gli scarpini addosso, ma senza troppe intercessioni. Soprattutto sul piano mentale.
La Roma ritrova sé stessa: parola di Gianluca Mancini che, come Pellegrini, si sente parte di un intero. Una famiglia, anche questo l’aveva detto Mourinho quando non osava credergli nessuno. Manca un ultimo tabù da sfatare, ma fino a giugno c’è tempo. Prossima fermata: Salisburgo, con vista sull’Olimpico.