Massimo Troisi avrebbe compiuto 70 anni. Oltre all’amore per il teatro, il celebre interprete aveva una grande passione per il calcio.
Massimo Troisi, tante anime in una. L’uomo ha fornito il ritratto di una generazione, ma più ampiamente ha portato sul palco e al cinema una filosofia di vita: i suoi film hanno saputo raccontare l’italianità attraverso uno spirito – quello partenopeo – che, anche grazie a lui, è diventato universale. I lavori di Troisi sono comprensibili da tutti. Incarnano una summa dell’animo umano, con le sue certezze, ma anche tante cicatrici. La profondità dei discorsi troisiani si evince persino dai siparietti più semplici. Niente era scontato: dal nome da dare ai figli, Ciro – se è maschio – non Massimiliano, che è troppo lungo: “Ora che lo chiami e arriva ti esce scostumato”, alla voglia di andare oltre gli stereotipi.
“Quando c’è l’amore, c’è tutto. No, chell’è ‘a salute”. Schietto, profondo e tremendamente sensibile. Non solo alle vicissitudini di ogni giorno. Massimo aveva anche delle passioni personali che riportava sullo schermo e in scena. Una di queste era – e resta – la passione per il Napoli. Pino Daniele, suo amico e musicista indimenticato, racconta che l’anno in cui morì Massimo Troisi fecero una commemorazione, se così si può definire, allo stadio San Paolo. Lo stesso che oggi prende il nome di Diego Armando Maradona.
Massimo Troisi, l’amore per il Napoli: il ricordo del San Paolo
Le persone occuparono ogni posto possibile per omaggiare l’istrione partenopeo: Pino Daniele si mise al centro del campo con il microfono. Poche, semplici, indimenticabili parole: “Oggi sono andato a prendere Massimo a casa, mi hanno detto che era già qui”. Il pubblico scoppiò in un pianto di commozione generale e l’applauso partì quasi spontaneamente per non fermarsi mai. Una coesione lunga 70 anni. Come il rapporto che Massimo aveva con i fan: quasi viscerale.
Tra gli estimatori di Massimo Troisi c’era anche, inevitabilmente, Diego Armando Maradona. La loro fu una vera e propria amicizia: l’attore era fissato con il calcio. Avrebbe voluto continuare a giocare, anche spesso, ma la malattia glielo ha impedito. Ciononostante ha partecipato saltuariamente a partite di beneficenza: memorabile un avvicendamento con il Pibe de Oro, raccontato (anche) da un altro amico di Massimo, il giornalista Gianni Minà: “Maradona conosce Troisi?”, chiedono al compianto campione. Immediata la risposta: “Certo, conosco a memoria le battute di tutti i suoi film, è veramente forte”.
L’amicizia con Diego Armando Maradona
Allora, di rimando, chiedono a Troisi: “Giocheresti a pallone con Maradona?”. Anche qui la risposta è memorabile: “Se lui fa i film, sì”. I due finirono in un abbraccio e poi la conversazione proseguì: “Non vado spesso allo stadio ultimamente – disse Troisi – ma a vedere Maradona contro la Lazio ci sono stato”. Segno che Massimo c’era per il Pibe e viceversa.
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Una volontà comune mista a grande emozione: “Ogni volta che Massimo vedeva Maradona gli si accendeva come una luce – racconta l’ex compagna Anna Pavignano – tant’è che io ogni volta lo pregavo di non lasciarsi prendere e di lasciare tranquillo Diego, ma non c’era verso. Ogni volta era determinato a tempestarlo di domande. Ridere insieme, scambiarsi ricordi, istanti momenti”. Troisi e Napoli sono legati a doppio filo. Non poteva essere diversamente con la squadra partenopea: un amore cosmopolita che parla anche un po’ argentino. La lingua dei sentimenti non conosce idioma.