L’Inter traccia il percorso del futuro. Ecco perché la Champions League sarà fondamentale per proseguire la crescita e restare competitivi su più fronti.
L’Inter guarda al futuro con tanti paletti e poche chance di sgarrare. L’obiettivo è andare avanti con il progetto Suning senza spese pazze, ma anche evitando cessioni troppo pesanti come quelle delle ultime stagioni che hanno indebolito la squadra.
Dopo Hakimi, Lukaku (tornato in prestito in questa stagione), Perisic e Skriniar, il diktat lanciato dai vertici nerazzurri è uno: basta addii significativi e obiettivo qualificazione alla Champions per proseguire la crescita iniziata in passato, che ha portato ad alzare nuovi trofei dopo anni di magra.
Il ridimensionamento drastico delle spese e lo sgonfiamento delle sponsorizzazioni ha però fortemente influenzato e rallentato l’ascensione nerazzurra. Nonostante ciò l’Inter è però riuscita a trovare una sua dimensione e un suo equilibrio. Una sorta di linea di galleggiamento costante che gli permette di restare comunque competitiva sia sul fronte nazionale (vittoria della Coppa Italia e della Supercoppa) che in Europa.
Inter, il futuro passa dalla Champions
I risultati spesso discontinui di questa stagione, hanno gettato qualche ombra di troppo sul tecnico Simone Inzaghi. Ma guardando il quadro da una dimensione più ampia si evince che, alla luce delle restrizioni economiche e del regime di autofinanziamento, il lavoro dell’ex allenatore della Lazio è comunque molto buono.
Da questo punto di vista diventa fondamentale proseguire l’abitudine di qualificarsi in Champions League. Il futuro nerazzurro passa tutto da lì. La nobile Europa permetterebbe infatti di mettere nelle casse almeno 50 milioni di introiti, a cui andrebbero anche sommati i maxi incassi (circa 15 milioni) derivanti dai match che si giocheranno a San Siro. Se a questi si vanno anche ad aggiungere gli sponsor la cifra potrebbe spingersi fin sui 70 milioni.
Ossigeno puro per le finanze di un Inter che da troppe stagioni sta vivendo palesi difficoltà economiche. Questo denaro permetterebbe di tracciare una linea anche, e soprattutto, in vista del futuro. Il progetto Suning, salvo sorprese, è destinato a continuare sulle attuali fondamenta: equilibrio finanziario e no a spese folli. Lo scenario cambierebbe drasticamente nel caso di una mancata qualificazione all’Europa.
L’Inter è ora seconda in classifica: per lo Scudetto è tardi, complice un Napoli che viaggia alla velocità della luce, ma la qualificazione alla competizione della ‘Coppa dalle grandi orecchie’ dovrebbe essere a portata di mano, salvo ulteriori passi falsi imprevisti, ed è l’obiettivo minimo richiesto ad Inzaghi. Così potrà assicurarsi la permanenza sulla panchina nerazzurra e tenere altresì alta l’ambizione e il livello della rosa.
Nel caso di un ruolino di marcia discontinuo e la mancata qualificazione alla Champions, lo scenario potrebbe farsi ampiamente negativo. In primis sarebbe praticamente scontato l’addio di Inzaghi dalla panchina, ma non solo. Sarebbe anche molto probabile la cessione di un altro big: uno tra Barella, Bastoni e Lautaro su tutti. Il budget sarebbe quindi orientato ulteriormente al ribasso facendo del tutto naufragare le possibilità di crescita. Sì, perché nel calderone ci sarebbe anche da considerare l’esposizione bancaria di 390 milioni e il prestito di 275 dal fondo americano Oaktree, con tasso di interesse del 12% (che può essere rinegoziato nel 2024). Tutto passa quindi dall’Europa: l’Inter del futuro non può fare a meno della Champions League.