Giuseppe Pastore ha commentato a TVPlay le dichiarazioni di ieri di Allegri, guardando però anche al futuro della sua Juventus
La Juventus ha ottenuto un pareggio piuttosto amaro contro il Nantes, nell’andata dei playoff di Europa League. Un 1-1 maturato grazie al gol del pareggio (dopo l’iniziale vantaggio bianconero con Vlahovic) di Blas, letale nel miglior contropiede dei francesi. Ed è proprio per “colpa” del numero 10 avversario che ora Madama non può rilassarsi in vista del ritorno.
Lo sanno i tifosi, i giocatori, l’allenatore e i dirigenti. D’altronde, l’Europa League è uno dei due unici trofei a cui ancora la Juventus può ambire in stagione. Ed al netto di eventuali provvedimenti dall’UEFA, potrebbe anche essere l’unica via d’accesso alla prossima Champions League. Motivo per il quale, probabilmente, ieri sera Massimiliano Allegri ha perso le staffe nell’intervista post-partita, rendendosi protagonista di un vero e proprio sfogo dopo la domanda di Stefano De Grandis a Sky.
Il tecnico livornese si è d’altronde voluto difendere dall’accusa di costruire squadre troppo difensive, tirando dunque fuori dei precedenti per smentire il giornalista. Per commentare l’accaduto, a TVPlay abbiamo intervistato brevemente il giornalista de Il Foglio Giuseppe Pastore, che con i suoi tweet ha a sua volta dimostrato la natura erronea dei dati citati dall’allenatore bianconero.
Pastore dopo lo sfogo di Allegri: “Si è costruito da solo il personaggio, ma ora…”
“Penso che il nervosismo dato dalla partita sia comprensibile, e certamente influisce sulle dichiarazioni. Ma nel caso del litigio con De Grandis, le sue parole partono da dati che non corrispondono alla verità“, ha esordito Pastore. Il riferimento è al momento in cui Allegri ha dichiarato di aver sempre concluso le stagioni sulle panchine di Milan e Juventus sempre con il primo o il secondo attacco, così da non poter essere considerato troppo “difensivista”.
“Quello che lui dice”, ha dunque chiarito Pastore, “è accaduto solo in quattro occasioni su nove. Così viene meno il punto del discorso. D’altronde c’è una punta di nervosismo che avvolge tutto l’ambiente juventino, tale da dimostrare quanto tengano all’Europa League in questa stagione”.
“Questo tipo di personaggio – ha tuttavia ricordato il giornalista – Allegri se l’è cucito addosso da solo: dalla Juve è stato annunciato (nel 2021) con continui rimandi al suo famoso “corto muso” ed al suo cinismo, che lo divertiva. Ora non lo diverte più così tanto, perché vince un po’ di meno e vuole uscire da questo personaggio”.
In conclusione, comunque, Pastore ha tracciato anche un quadro su quello che è il futuro del calcio, ma anche dell’ex centrocampista come allenatore della Juventus. “Tutte le squadre cercano una certa identità di gioco. Anche l’Atletico, per certi versi assimilabile alla Juve, sta faticando e sta dunque riflettendo sul futuro di Simeone“.
“Allegri, dal canto suo, cercando di dare un po’ di vernice al suo personaggio. In ogni caso rimarrà in bianconero, – si è poi sbilanciato – perché è l’unico punto di riferimento dell’area tecnica”. Oggi, però, sta facendo i conti con una situazione che forse non aveva previsto: “Si è accorto che il personaggio dell’allenatore cinico va bene quando vinci, ma quando sei in un periodo non esaltante tutto ti si ritorce contro, perché anche i tifosi cominciano a voler vedere qualcosa di diverso“.