Umberto Calcagno, vicepresidente della FIGC e presidente dell’AIC, intervenuto ai microfoni di TVPLAY_CMIT.
RINUNCIA DEI TESSERATI SAMPDORIA A UNA MENSILITA’ – “E’ stato certamente un bel gesto, anche se non isolato, durante il periodo pandemico anche in altre circostanze meno conosciute ci sono stati gesti di questo tipo. Spesso si fa senza che se ne debba parlare sui giornali”.
DIRITTI TV – “Non entro nel merito del singolo provvedimento, abbiamo un problema più generale, i diritti televisivi della Serie A sono un qualcosa su cui si poggia tutto il sistema visto che dalla Legge Melandri in poi il 10% va anche ai piani più bassi. Sono oggettivamente un po’ preoccupato dalle dinamiche, mi auguro ci sia una tenuta del nostro sistema da questo punto di vista, quando parliamo di riforme dobbiamo pensare anche a questi aspetti che hanno una rilevanza nel nostro mondo”.
CONVEGNO – “E’ da anni che presentiamo questo report che è la mappatura degli episodi che vengono raccolti tra siti, contatti diretti etc… questi fatti con gli stadi chiusi si erano spostati sui social, ora sono tornati in maniera preoccupanti, episodi che riguardano il singolo anche nello spostamento da casa al luogo di lavoro. C’è un aumento di casi e non sono solo quelli finiti sui giornali, credo serva un cambio di passo da parte di tutti nel normalizzare la figura del calciatore. Metà degli episodi sono dovuti a un campionato che non sta andando nel modo giusto o a prestazioni sotto le aspettative, ma non sono motivi validi per certi episodi che nel 7% dei casi sfociano anche addirittura in violenza”.
CASO ZANIOLO – “E’ la punta dell’iceberg di tante situazioni dove poi alla fine, indipendentemente dal merito, tutti quanti perdono qualcosa per colpa del comportamento di questi pseudo tifosi che intervengono in una situazione che avrebbe potuto avere un altro corso. Penso che questo debba farci riflettere, non è possibile pensare che non si possa sbagliare una partita, un’annata, un campionato, tutti noi sul nostro posto di lavoro abbiamo frizioni che si tentano di risolvere. Nel nostro contesto poi nascono episodi del genere”.
JANKTO, IL CALCIO E’ OMOFOBICO? – “No assolutamente, credo che nel calcio come in tutti gli altri ambienti ci debba essere massima libertà per tutti. È un gesto che ovviamente è bello, ma non vorrei neanche che ci debba essere poi una sorta di quasi obbligo di parlare della propria sfera privata, chi vuole lo farà chi non vuole non lo farà, perché poi si rischia di passare a cose non belle come il pettegolezzo”.
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